martedì 6 gennaio 2009

LE ORIGINI DI ROMA

INTODUZIONE:
La data della fondazione di Roma è stata fissata al 21 aprile dell’ anno 753 a.C. dallo storico latino Marrone.
I romani avevano inventato un racconto mitologico sulle origini della città e dello stato, che ci e giunto attraverso le opere storiche e le poesie di scrittori e poeti.
In quest’epoca le leggende riprese da testi più antichi vengono rielaborate e fuse in un unico racconto, nel quale il passato mitico viene interpretato in funzione delle vicende del presente.
I moderni studi storici e archeologici, che si basano sia su queste che su altre fonti scritte, sia sugli oggetti e i resti di costruzioni rinvenuti in vari momenti negli scavi, tentano di ricostruire la realtà storica che sta dietro al racconto mitico, nel quale man mano si sono andati riconoscendo alcuni elementi di verità.
Il mito racconta di una fondazione avvenuta a opera di Romolo, discendente dalla stirpe reale di Alba Longa, che a sua volta discendeva da Ascanio, figlio di Enea, l’eroe troiano giunto nel Lazio dopo la caduta di Troia.

IL RACCONTO:
Come si racconta nel libro “ENEIDE”,Enea, figlio della dea Venere, fugge da Troia, ormai presa dagli Achei, con il padre Anchise e il figlioletto Ascanio; mentre la moglie Creusa, figlia del re Priamo, muore nell’ incendio della città. Dopo vari viaggi nel Mediterraneo, Enea approda nel Lazio, come si era detto in seguito al racconto della madre, che dopo un premonizione gli aveva detto di fondare una città nella patria di Dardamo. Nel Lazio, Enea viene accolto piacevolmente dal re latino, che gli fa conoscere sua figlia Lavinia. Enea si innamora perdutamente di lei ma viene a sapere che Latino la già promessa a Turno, re dei Rutili. Il padre di Lavinia ascolta le intenzioni di Enea ma temendo una vendetta da parte di Turno si oppone ai suoi desideri. La disputa per la mano della fanciulla diventa una vera e propria guerra, a cui partecipano le varie popolazioni italiche, compresi gli Etruschi e Volsci; Enea si allea con alcune popolazioni greche provenienti da Argo e segnate nella città di Pallante sul palatino, regno dell’ arcade Evandro e di suo figlio Pallante. La guerra è molto sanguinosa, e per evitare altre vittime si decide che la sfida tra Enea e Turno dovrà risolversi in un combattimento tra i due pretendenti.
Enea ha il sopravvento.
Dopo trent’ anni, Ascanio fonda una nuova città, Alba Longa, sulla quale regnano i suoi discendenti. Molto tempo dopo il figlio e legittimo erede del re Proca di Alba Longa, viene ucciso dal fratello Amulio, che costringe la figlia Rea Silvia a diventare sacerdotessa e a fare quindi voto di castità. Tuttavia il dio Marte s’impadronisce della fanciulla e la rende madre di due gemelli, Romolo e Remo. Il re Amulio ordina l’uccisione dei due gemelli, ma il servo incaricato di eseguire l’assassinio non ne trova il coraggio e li abbandona alla corrente del fiume Tevere. La cesta nella quale i gemelli sono stati lasciati si accosta sulla riva, presso la palude del Velabro tra Palatino e Campidoglio, dove i due vengono trovati e allevati da una lupa. Li trova poi il pastore Faustolo che insieme alla moglie Acca Lorenzia li cresce come suoi figli. Una volta diventati adulti e conosciuta la propria origine Romolo e Remo fanno ritorno ad Alba Longa, uccidono Amulio, e rimettono sul trono il nonno Numitore.
Romolo e Remo ottengono quindi il permesso di andare a fondare una nuova città, nel luogo dove sono cresciuti. Romolo vuole chiamarla Roma ed costruirla sul Palatino, mentre Remo la vuole battezzare Remora e fondarla sull’Avventino. Per risolvere la disputa, i due decidono di osservare dai loro colli prescelti il volo degli uccelli: chi ne conterà di più avrà il diritto di decidere dove fondare la città. Secondo una versione, vinse Romolo, che traccia il solco sacro che delimita il perimetro della nuova città, e che nessuno potrà oltrepassare; Remo, invidioso, lo deride saltando il solco e Romolo lo uccide con la propria spada. Secondo un’altra versione, Remo osserva per primo il volo di sei avvoltoi, ma Romolo ne vede volare dodici; ne nasce così una lite che termina con l’uccisione di Remo da parte del fratello.
La città è così fondata sul Palatino e Romolo diventa il primo re di Roma.

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