martedì 6 gennaio 2009

Cristo si è fermato a Eboli

è un romanzo autobiografico dello scrittore Carlo Levi scritto tra il dicembre del 1943 e il luglio del 1944 a Firenze e pubblicato da Einaudi nel 1945. Sotto il regime fascista, negli anni 1935-36, lo scrittore fu condannato al confino in Lucania a causa della sua attività antifascista e trascorse un lungo periodo in Basilicata, ad Aliano (che nel libro viene chiamata Gagliano imitando la pronuncia locale), dove ebbe modo di conoscere la realtà di quelle terre e della sua gente. Al ritorno del confino Levi, dopo aver trascorso un lungo periodo in Francia, scrisse il romanzo nel quale rievoca il periodo trascorso a Gagliano e quello precedente a Grassano. Lo stesso Levi scrive nella sua prefazione[1] "Come in un viaggio al principio del tempo, Cristo si è fermato a Eboli racconta la scoperta di una diversa civiltà. È quella dei contadini del Mezzogiorno: fuori dalla Storia e della Ragione progressiva, antichissima sapienza e paziente dolore. Il libro tuttavia non è un diario; fu scritto molti anni dopo l'esperienza diretta da cui trasse origine, quando le impressioni reali non avevano più la prosastica urgenza del documento". Rocco Scotellaro ha scritto: "Cristo si è fermato a Eboli è il più appassionante e crudele memoriale dei nostri paesi." “.. non siamo cristiani, -essi dicono (i contadini lucani)- Cristo si è fermato ad Eboli. Cristiano, nel loro linguaggio vuol dire uomo… Questa fraternità passiva, secolare pazienza è il profondo sentimento comune dei contadini, legame non religioso, ma naturale. Essi non hanno né possono avere, quella che si usa chiamare coscienza politica, perché sono, in tutti i sensi del termine, pagani, non cittadini: gli dèi dello Stato e della città non possono avere culto fra queste argille, dove regna il lupo e l’antico, nero cinghiale, né alcun muro separa il mondo degli uomini da quello degli animali e degli spiriti, né le fronde degli alberi visibili dalle oscure radici sotterranee...”

Trama: Levi lasciato Grassano, prima tappa del suo confino, racconta di essere giunto a Gagliano in un pomeriggio di agosto accompagnato da "due rappresentanti dello Stato, dalle bande rosse ai pantaloni e dalle facce inespressive" provando un grande dispiacere per aver dovuto dire addio a quelle terre.Arrivato a Gagliano egli viene "scaricato e consegnato al segretario comunale" e, dopo essere stato presentato al podestà Magalone e al brigadiere, rimane solo in mezzo alla strada. Per Levi, il primo impatto è molto brusco: una prima occhiata lo convince che i tre anni di confino che avrebbe dovuto trascorrere in quel luogo sarebbero stati molto lunghi e oziosi e l'immagine del paese, così chiuso e sperduto, suggeriscono subito alla sua mente l'idea della morte.Dopo aver osservato il paese egli si avvia verso quello che sarà il suo primo alloggio indirizzato dal segretario la cui cognata, rimasta vedova, aveva una camera che affittava ai rari viandanti di passaggio e che si trovava a pochi passi dal municipio. Dalla vedova verrà in seguito a conoscenza di molte cose riguardo al luogo e alla gente che abita il paese.Durante la sua prima passeggiata conosce i due medici del paese, Gibilisco e Milillo, che, pur esercitando quella professione, non ne erano validi rappresentanti. Non volendo mettersi in competizione con i due "medicaciucci", come venivano definiti in paese Milillo e Gibilisco, Levi si sentirà spesso angosciato ogni qualvolta gli verrà richiesto un parere medico perché sente che l'ingenua fiducia di quei contadini che si affidano a lui "chiedeva un ricambio" ed egli, pur potendo contare su una sufficiente preparazione di studi, non aveva la pratica e la sua mentalità era molto lontana da quella scientifica "fatta di freddezza e di distacco".Fra le persone che conosce in quei giorni ci sono don Trajella, il parroco del paese ormai rassegnato agli atteggiamenti miscredenti e superstiziosi dei contadini, e donna Caterina Magalone, sorella del podestà.A spezzare la monotonia di quei lunghi giorni sarà l'arrivo della sorella Luisa che gli porta alcuni medicinali e strumenti per poter curare i contadini del luogo incoraggiandolo e consigliandolo.Nella ricerca della solitudine, l'unico luogo che Carlo Levi trova è il cimitero, posizionato poco fuori dal paese. Qui egli suole sdraiarsi sul fondo di una fossa per contemplare il cielo e lì si addormenta con il cane Barone ai suoi piedi. Il cimitero è anche l'unico posto dove il paesaggio rompe la sua monotonia. È qui perciò che Levi prende l'abitudine di dipingere, spesso sorvegliato da un carabiniere mandato dal troppo prudente podestà.Dopo aver soggiornato per venti giorni a casa della vedova, egli si trasferisce in quella che era stata la casa di don Rocco Macioppi, il precedente parroco di Gagliano; in questo luogo Levi si trova a proprio agio, soprattutto grazie al fatto che la casa è situata nella parte esterna del paese, lontano dagli sguardi inquisitori del podestà. Si presenta il problema di trovare una donna per fare le pulizie, prendere l'acqua alla fontana e gli preparasse da mangiare.

« Il problema era più difficile di quanto non credessi: e non perché mancassero donne a Gagliano, che anzi, a decine si sarebbero contese quel lavoro e quel guadagno. Ma io vivevo solo... e nessuna donna poteva perciò entrare, da sola, in casa mia. Lo impediva il costume, antichissimo e assoluto, che è fondamento del rapporto fra i sessi »


Donna Caterina gli risolve il problema trovandogli come domestica, Giulia, una delle tante "streghe" di Gagliano, ovvero una di quelle donne che avevano avuto più figli da uomini diversi e che praticavano delle specie di "riti magici".Dopo tre mesi di permanenza a Gagliano giunge da Matera il permesso di poter trascorrere alcuni giorni a Grassano, la sua precedente residenza, per sistemare alcuni effetti personali. Qui Levi torna indietro con la mente e con i ricordi, rincontra i vecchi amici ed assiste ad uno spettacolo di attori girovaghi dopo aver ottenuto il permesso di uscire alla sera dal dottor Zagarella, podestà di Grassano. Ma "i pochi giorni di Grassano" passano in fretta ed egli deve ripartire per ritornare nella solitudine Gaglianese.

« Una mattina presto, con un tempo grigio e incerto, l'automobile mi aspettava davanti alla porta. Salutato rumorosamente da Preisco e dai suoi figli e da Antonino e Riccardo, dissi addio a quel paese, dove non sono tornato più »


Ormai l'inverno è alle porte, le giornate si accorciano ed il clima peggiora. Con l'inverno giunge anche Natale e con questo un fatto increscioso: il parroco, don Trajella, pronuncia la messa natalizia ubriaco, o fingendo di essere tale, simulando inoltre la perdita della predica ed il ritrovamento "miracoloso" di una lettera spedita da parte di un contadino partito per l'America, contenente i saluti per tutto il paese. L'evento non suscita l'approvazione del podestà Magalone, che fa successivamente in modo di cacciare il buon parroco.Un altro evento che suscita molto interesse nel paese è l'arrivo del sanaporcelle, erede dell'antica tradizione familiare di togliere le ovaie alle scrofe per farle ingrassare bene e di più.Arriva la fine dell'anno

« Così finì, in un momento indeterminabile, l'anno 1935, quest'anno fastidioso, pieno di noia legittima, e cominciò il 1936, identico al precedente, e a tutti quelli che sono venuti prima, e che verranno poi nel loro indifferente corso disumano. Cominciò con un segno funesto, una eclisse di sole »



Verso aprile riceve un telegramma che gli annuncia la morte di un parente e la questura lo autorizza a recarsi, ben scortato, per pochi giorni a Torino. Egli vede, in questa occasione, la città con occhi nuovi: guarda con distacco amici e parenti, rendendosi conto che la sua esperienza meridionale lo aveva cambiato profondamente sia nei modi di fare sia interiormente.Al suo ritorno in Lucania lo aspettano alcune novità, tra le quali la scomparsa di Giulia, la sua domestica, a causa della gelosia dell'attuale compagno e l'arrivo del sostituto di don Trajella, allontanato a causa degli avvenimenti natalizi.Qualche tempo dopo, in mezzo all'euforia fascista per la conquista dell'Etiopia ed al dispiacere dei contadini, Levi riceve la liberazione dal confino e, con la descrizione del suo viaggio in treno, termina il romanzo.

« Ma già il treno mi portava lontano, attraverso le campagne matematiche di Romagna, verso i vigneti del Piemonte, e quel futuro misterioso di esili, di guerre e di morti, che allora mi appariva appena, come una nuvola incerta nel cielo sterminato. - Firenze, dicembre 1943 - luglio 1944 »



La tipologia dei personaggi
Uno dei fondamentali elementi della narrazione sono i diversi tipi di personaggi, come il podestà che "è un giovanotto alto, grosso e grasso, con un ciuffo di capelli neri e unti che gli piovono in disordine sulla fronte, un viso giallo e imberbe da luna piena, e degli occhietti neri e maligni, pieni di falsità e di soddisfazione", il dottor Milillo che "ha una sessantina d'anni o poco meno. Ha le guance cascanti e gli occhi lagrimosi e bonari di un vecchio cane da caccia. È imbarazzato e lento nei movimenti, più per natura che per l'età. Le mani gli tremano, le parole gli escono balbettanti, tra un labbro superiore enormemente lungo, e uno inferiore cadente", il dottor Gibilisco che "è un uomo anziano, grosso, panciuto, impettito, con una barba grigia a punta e dei baffi che piovono su una bocca larghissima, piena zeppa di denti gialli e irregolari... Porta gli occhiali, una specie di cilindro nero in capo, una redingote nera spelacchiata, e dei vecchi pantaloni neri lisi e consumati. Brandisce un grosso ombrello nero di cotone", Don Giuseppe Trajella che "era un vecchio piccolo e magro, con degli occhiali di ferro a stanghetta su un naso affilato, all'ombra del pendaglio rosso che scendeva dal cappello, e dietro agli occhiali degli occhietti pungenti, che passavano rapidamente da una fissità ossessionata a un brillare brusco di arguzia. La bocca sottile gli cascava in una piega di abituale amarezza. Sotto all'abito sporco e sdrucito, pieno di frittelle e sbottonato, spuntavano gli stivali scalcagnati e pieni di polvere" e ancora Donna Caterina Magalone Cuscianna che "era una donna di una trentina d'anni, piccola e grassoccia. Di viso assomigliava al fratello, ma con un aspetto più volontario e appassionato.Gli occhi aveva nerissimi, come i capelli; la pelle lucida e giallastra e i denti guasti le davano un aspetto malsano". Costoro si stagliano nitidi sullo sfondo del paesaggio che assume, nella sua descrizione, caratteristiche mitiche.Alla gente del luogo si mescolano personaggi misteriosi come i briganti, invisibili ma presenti.

cap. 9,10,11,12,13 de "la monaca di Monza"

Capitolo 9
I tre fuggitivi approdano sulla sponda del lago opposta a Pescarenico e si accomiatano dal barcaiolo che li aveva trasportati. Guidati poi da un barocciaio, i tre giungono fino a Monza su di un carro. Qui possono riposarsi e rifocillarsi in una locanda. Dopo un breve pasto Renzo dà l'addio alle due donne. Sempre sotto la guida del barocciaio, le due donne si recano prima al convento dei cappucini e poi, accompagnate dal padre guardiano, al monastero di monache nel quale sperano di trovare ospitalità. Il frate chiede per loro la protezione di Gertrude, una suora di nobile e potente famiglia. La giovane monaca ha circa venticinque anni e il suo viso mostra una bellezza sfiorita. Il suo atteggiamento e il suo modo di indossare il saio hanno qualcosa di strano. Gertrude interroga le due donne e il padre guardiano a proposito delle vicende di Lucia. Al termine del colloquio concede ospitalità ad Agnese e Lucia. Viene descritta la famiglia di Gertrude e la regola in essa vigente, secondo la quale, tutti i figli, ad esclusione del primogenito, dovevano entrare in convento. Fin dalla prima infanzia, i genitori e i parenti di Gertrude cercano, anche con subdoli espedienti, di inculcarle l'idea della vita consacrata. L'infanzia e l'adolescenza di Gertrude trascorrono nel convento di Monza, dove viene educata in vista di una sua futura scelta monacale. Nei suoi rapporti con le compagne la bambina manifesta la sua innata superbia, ma anche i primi cenni di rifiuto della vita religiosa. Prima di prendere definitivamente i voti. Gertrude è ricondotta nella casa paterna. Qui viene trattata con indifferenza ed isolata al fine di metterla a disagio e di farle desiderare il convento. Scoperto il suo innamoramento per un paggio, Gertrude viene imprigionata in una stanza: per uscire da quella segregazione, ella si dichiara disposta a scegliere la vita consacrata.

Capitolo 10
Colta in un momento di debolezza, Gertrude, forzata dal padre, accetta di entrare in monastero. Viene dato l'annuncio della decisione della ragazza e iniziano i festeggiamenti. Dopo le ultime raccomandazioni sul contegno da tenere e sulle risposte da dare alla badessa, Gertrude viene condotta in monastero a Monza per la presentazione della domanda di ammissione. Anche in convento vengono organizzati grandi festeggiamenti. Tra il principe padre di Gertrude e la badessa si svolge un colloquio molto formale volto a stabilire la sincerità della vocazione della ragazza. Il sacerdote incaricato di valutare la sincerità della vocazione di Gertrude interroga la fanciulla, la quale, per timore del padre, mente e dichiara di scegliere liberamente la vita claustrale. Gertrude diviene monaca per sempre e maestra delle educande. La vita del chiostro non allontana però la giovane dalle passioni terrene: i suoi primi anni in monastero sono dunque segnati dall'odio verso le altre suore e da improvvisi cambiamenti d'umore. La giovane monaca si lascia sedurre da Egidio, un nobile che abita in un palazzo attiguo al monastero: sotto la sua nefasta influenza Gertrude si lascia trascinare dalle passioni più violente e giunge all'omicidio di una conversa che minacciava di svelare la tresca dei due.

Capitolo 11
Don Rodrigo, attendendo con inquietudine il ritorno dei bravi, pensa alle possibili conseguenze del rapimento di Lucia, ma sa di non correre grossi rischi. Al suo ritorno, Griso annuncia il fallimento della spedizione e riceve severi rimproveri da Don Rodrigo. Dopo aver discusso dei fatti della nottata, i due concordano una strategia per scoprire se vi siano state fughe di notizie sul progetto di rapimento. Il conte Attilio viene informato dal cugino del fallito rapimento di Lucia e attribuisce la responsabilità a fra Cristoforo. I due cugini stabiliscono poi di intimorire il console del villaggio, di convincere il podestà a non intervenire, e di far pressioni sul Conte zio, affinché faccia trasferire il frate. Il Griso si reca in paese per cercare di comprendere ciò che è successo la notte precedente. Nel villaggio c'è un fitto intrecciarsi di voci: tutti i protagonisti di quei fatti turbolenti commentano l'accaduto. Il bravo riferisce al padrone quelle voci e insieme escludono l'ipotesi di una spia interna al palazzotto. Al termine del colloquio, don Rodrigo incarica il proprio uomo di fiducia di scoprire dove si sono rifugiati Renzo e Lucia. Grazie alle chiacchiere del barocciaio, passate di bocca in bocca, il bravo è in grado di informare il suo signore che Lucia si trova a Monza. Il nobile incarica allora il sicario di proseguire là le ricerche: il Griso, che proprio in Monza è maggiormente ricercato dalla giustizia, cerca di sottrarsi, ma alla fine obbedisce agli ordini. Renzo, colmo di tristezza per la separazione da Lucia e per la partenza dal paese, procede verso Milano. Giunto alle porte della città chiede ad un passante indicazioni per raggiungere il convento in cui è destinato. Entrato in città, il giovane scopre con sorpresa della farina e del pane gettati a terra. Pur con timore raccoglie tre pani. Proseguendo poi verso il centro della città, incontra parecchia gente che trasporta affannosamente pane e farina. Viene colpito dalla vista di una famigliola particolarmente impegnata nel trasporto. Il giovane comprende finalmente che è in atto una rivolta e che la gente sta dando l'assalto ai forni: la sua prima sensazione è di piacere. Renzo decide di star fuori dal tumulto e si reca al convento, ma il frate portinaio gli nega l'ingresso. Il giovane va così a curiosare tra la folla e si lascia attrarre dal tumulto.

Capitolo 12
Il capitolo si apre con un'ampia digressione storica nella quale si analizzano le ragioni della carestia: raccolti scarsi, sprechi, pressione fiscale. Il cancelliere Antonio Ferrer adotta un provvedimento molto criticato dal Manzoni: stabilisce per il pane un prezzo un prezzo troppo basso, il quale quasi non consente l'acquisto delle materie prime. Il prezzo del pane viene aumentato e comincia a farsi sentire il malumore del popolo. La folla blocca il garzone di un panettiere e lo deruba della cesta del pane: prende così avvio il tumulto di San Martino. La massa si dirige poi verso il forno "delle grucce" e, malgrado l'intervento degli alabardieri e del capitano di giustizia, dopo un breve assedio, dà l'assalto al forno stesso rubando pane, farina, denaro e distruggendo ogni cosa. Renzo, incuriosito da tutto quel movimento, si muove inconsapevolmente verso il cuore del tumulto ascoltando i pareri contrastanti dei presenti. Mentre il giovane assiste alla distruzione del forno e critica, dentro di sé, tutta quella furia, giunge la notizia di nuovi disordini al Cordusio. La folla si dirige là, passando sotto la statua di Filippo II, la quale offre all'Autore lo spunto per alcune riflessioni sui simboli del potere. La voce si rivela però falsa e la massa, inferocita e delusa, decide di dar l'assalto alla casa del vicario di provvisione, ritenuto responsabile della scarsità di cibo. Renzo, pur non volendo farsi coinvolgere nella rivolta, viene vinto dalla curiosità e si lascia trascinare dalla folla.
Capitolo 13
La folla si dirige verso il palazzo del vicario. Quest'ultimo, aiutato dai servi, riesce a barricarsi in casa e a nascondersi in uno stanzino. Alcuni rivoltosi tentano di scardinare e smurare la porta del vicario per catturarlo e ucciderlo e ciò sotto gli occhi dei soldati spagnoli, i quali non osano intervenire. Renzo, al centro del tumulto, è tra coloro che si oppongono a una giustizia sommaria. Per questo, dopo aver reagito con sdegno alle proposte sanguinarie di un vecchio, rischia il linciaggio. Dal fondo della piazza fa la sua apparizione il gran cancelliere Antonio Ferrer, il quale, forte del sostegno popolare, interviene per salvar la vita del vicario. Nella folla si creano due fazioni, l'una favorevole e l'altra ostile all'intervento di Ferrer; ciò offre all'Autore lo spunto per una riflessione sui meccanismi delle rivolte popolari . Il cancelliere procede in carrozza attraverso la piazza gremita di gente. Alcuni, tra cui Renzo, si adoperano affinché egli possa avanzare, ma il cocchiere, ostentatamente cortese, è costretto a continue fermate. Ferrer promette alla folla di arrestare il vicario e di abbassare nuovamente il prezzo del pane, ma il lettore comprende che le sue promesse non verranno mantenute. Ferrer riesce infine ad entrare nel palazzo del vicario e a trarre in salvo quest'ultimo. Fattolo poi salire sulla propria carrozza, si dirige verso il "castello" continuando a blandire la folla. Scampato il pericolo di un linciaggio Ferrer comincia a temere per le reazioni dei propri superiori, mentre il vicario, ancora molto spaventato, annuncia di volersi ritirare in un grotta.

GERTRUDE la monaca di Monza

Ruolo Seppure sia controversa la figura di Gertrude, può essere classificata come l’aiutante negativa, colei che permette la materiale esecuzione del rapimento di Lucia. Caratterizzazione sociale La monaca di Monza è una nobile che, per volontà del padre, è entrata in convento. Presentazione e descrizione fisica Anche a questo personaggio, Manzoni dedica ben due capitoli per raccontarne la storia. La sua presentazione, nel presente, è quella che appare agli occhi di Lucia e Agnese: «Il suo aspetto, che poteva dimostrar venticinque anni, faceva a prima vista un’impressione di bellezza, ma d’una bellezza sbattuta, sfiorita e, direi quasi, scomposta. Un velo nero, sospeso e stirato orizzontalmente sulla testa, cadeva dalle due parti, discosto alquanto dal viso; sotto il velo, una bianchissima benda di lino cingeva, fino al mezzo, una fronte di diversa, ma non d’inferiore bianchezza; una altra benda a pieghe circondava il viso, e terminava sotto il mento in un soggolo, che si stendeva alquanto sul petto, a coprire lo scollo d’un nero saio. Ma quella fronte si raggrinzava spesso, come per una contrazione dolorosa; e allora due sopraccigli neri si ravvicinavano, con un rapido movimento. Due occhi, neri anch’essi, si fissavano talora in viso alle persone, con un’investigazione superba; talora si chinavano in fretta, come per cercare un nascondiglio; […]. Le gote pallidissime scendevano con un contorno delicato e grazioso, ma alterato e reso mancante da una lenta estenuazione. Le labbra, quantunque appena tinte d’un rosso sbiadito, pure, spiccavano in quel pallore; i loro moti erano, come quelli degli occhi, subitanei, vivi, pieni d’espressione e di mistero. La grandezza ben formata della persona scompariva in un certo abbandono del portamento, o compariva sfigurata in certe mosse repentine, irregolari e troppo risolute per una donna nonché per una monaca. Nel vestire stesso c’era qua e là qualcosa di studiato e di negletto che annunziava una monaca singolare: la vita era attillata con una certa cura secolaresca, e dalla benda usciva sur una tempia una ciocchettina di neri capelli; cosa che dimostrava dimenticanza o disprezzo della regola.» (cap. IX) Ritratto psicologico In ogni espressione che il Manzoni usa per offrire al lettore la visione completa ed esatta del dramma di Gertrude, si avvertono variamente intrecciati due sentimenti: lo sdegno per una fra le inumane consuetudini di un secolo corrotto e inumano, e un accorato accento di pietà per la sorte dell’infelice vittima. È noto il modo in cui la figura di Gertrude s’innesta nella vicenda del romanzo. Lucia e Agnese, con una lettera di padre Cristoforo al padre guardiano, si presentano al convento di Monza per trovarvi un rifugio sicuro. Non sospettano che, sfuggite per miracolo ad un pericolo, stanno cadendo in un’insidia ancor più grave, e ciò per opera di un personaggio che, nel romanzo ha il compito di continuare l’opera di male, iniziata dal signorotto di provincia. Ma, mentre Don Rodrigo, spirito ottuso, accessibile cono ai richiami di un cocciuto orgoglio, è privo di qualsiasi capacità di autocritica, Gertrude vacilla come gravata da un peso enorme, che la mente e la volontà non trovano la forza di respingere. Tipo / individuo «…La sventurata rispose…». Questo è il punto in cui si deve ricercare la motivazione della sua caratteristica di tipo. Perché Gertrude, nonostante le innumerevoli occasioni, non riesce mai a imporre la sua volontà e a cambiare la sua vita, né col padre, né con Egidio.

DECRETO GELMINI

La bocciatura alle elementari sarà un evento assolutamente straordinario, disposta solo con decisione unanime e solo in casi «eccezionali e comprovati da specifica motivazione». La disposizione è contenuta nel cosiddetto decreto Gelmini di riforma della scuola. Il provvedimento, approvato il 9 ottobre dalla Camera, è attualmente all'esame dell'aula del Senato. Novità anche per gli specializzandi Ssis che potranno essere inseriti nelle graduatorie a esaurimento non più in coda, ma nella posizione spettante in base ai titoli posseduti. Giro di fondi, poi, per mettere mano alle emergenze dell'edilizia scolastica, legate in particolare al rischio sismico. Il pagamento del maestro unico, poi, in caso di ore eccedenti l'orario di servizio di 24 ore, avverrà dal fondo d'istituto, integrato da eventuali economie. Alle medie e alle superiori, infine, le edizioni dei libri scolastici saranno rinnovate ogni sei anni.Il testo approvato dalla Camera mantiene integri, rispetto al decreto legge iniziale, capitoli come quello dello studio della materia "Cittadinanza e Costituzione" in tutti i cicli scolastici, del voto di condotta e del numerico alle elementari e all'esame conclusivo di terza media. Ecco una sintesi del contenuto del provvedimento. Accesso alle scuole universitarie di specializzazione di medicina e chirurgia (articolo 7). La disposizione limita la possibilità di presentare domanda alle scuole universitarie di specializzazione in medicina e chirurgia ai soli aspiranti già laureati, anche se non ancora abilitati, purché l'abilitazione venga conseguita entro la data di inizio delle attività didattiche. Cittadinanza e Costituzione (articolo 1, commi 1 e 2). Dall'anno scolastico 2008/2009 sono attivate, oltre a una sperimentazione nazionale, azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a "Cittadinanza e Costituzione", nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo di queste materie. Iniziative analoghe saranno avviate anche nella scuola dell'infanzia. All'attuazione si provvede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili. Entrata in vigore (articolo 8, comma 2). Il provvedimento entra in vigore il giorno stesso della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.Finanza pubblica (articolo 8, commi 1 e 1-bis). Dall'attuazione del decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Sono fatte salve le competenze delle Regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e Bolzano.Graduatorie a esaurimento (articolo 5-bis). I docenti che hanno frequentato i corsi del IX ciclo presso le scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario (Ssis) o i corsi biennali abilitanti di secondo livello a indirizzo didattico (Cobaslid) attivati nell'anno accademico 2007/2008 e hanno conseguito il titolo abilitante sono iscritti a domanda nelle graduatorie a esaurimento e sono collocati nella posizione spettante in base ai punteggi dei titoli posseduti. Nello stesso modo sono iscritti a domanda i docenti che hanno frequentato il primo corso biennale di secondo livello finalizzato alla formazione di docenti di educazione musicale delle classi di concorso 31/A e 32/A e di strumento musicale nella scuola media della classe di concorso 77/A e hanno conseguito la relativa abilitazione. Possono chiedere l'iscrizione con riserva alle graduatorie anche coloro che si sono iscritti nell'anno accademico 2007/2008 al corso di laurea in Scienze della formazione primaria e ai corsi quadriennali di didattica della musica (la riserva viene sciolta al conseguimento dell'abilitazione e la collocazione in graduatoria è disposta in base ai punteggi attribuiti ai titoli posseduti). Libri di testo (articolo 5). I competenti organi scolastici adottano libri di testo in relazione ai quali l'editore si è impegnato a mantenere invariato il contenuto nella scuola primaria con cadenza quinquennale (salvo l'eventualità che si renda necessaria la pubblicazione di eventuali appendici di aggiornamento, che dovranno comunque essere disponibili separatamente), a valere per il successivo quinquennio e nella scuola secondaria di primo e secondo grado ogni sei anni, a valere per i successivi 6 anni (salvo specifiche e motivate esigenze). Il dirigente scolastico ha il compito di vigilare affinché le delibere del collegio dei docenti sull'adozione deui libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni. Maestro unico (articolo 4). Nell'ambito degli obiettivi di razionalizzazione previsti dall'articolo 64 del Dl 112/2008 per la riorganizzazione del servizio scolastico e dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico delle scuole, si prevede che le istituzioni scolastiche costituiscano nelle scuole primarie classi assegnate a un unico insegnante e funzionanti con un orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si terrà conto delle esigenze legate alla domanda delle famiglie di una più ampia articolazione del tempo-scuola. Una sequenza contrattuale definirà il trattamento economico dovuto all'insegnante unico della scuola primaria per le ore aggiuntive (si passa da un orario settimanale di 22 ore a uno di 24 ore) rispetto all'orario d'obbligo stabilito dalle attuali disposizioni contrattuali. Il ministro dell'Economia, di concerto con il ministro dell'Istruzione, provvederà alla verifica degli effetti finanziari a decorrere dal 1° settembre 2009. A seguito della verifica si provvederà, ove occorra e in via transitoria, a valere sulle risorse del fondo d'istituto delle istituzioni scolastiche da reintegrare con quota parte delle risorse rese disponibili dalle economie di spesa destinate a incrementare le risorse contrattuali (articolo 64, comma 9, del Dl 112/2008). La disciplina entra in vigore dall'anno scolastico 2009/2010 nelle prime classi del ciclo scolastico.

FONTAMARA di Ignazioi Silone

Fontamara è il romanzo più noto di Ignazio Silone. Tradotto in innumerevoli lingue, ha ottenuto ampio riconoscimento di pubblico in tutto il mondo. La sua descrizione di un universo contadino, disperato ed immutabile nel tempo, ha trovato ampi riscontri in luoghi remoti rispetto alle montagne dell'Abruzzo, dove è ambientato il romanzo (un esempio è il Giappone).Fontamara è un paesino arretrato economicamente e tecnologicamente; i Fontamaresi guardano il mondo esterno sapendo di non potervi mai prender parte. Fontamara era e sarà uguale a sé stessa per sempre, non cambierà nulla e ogni anno sarà uguale a quelli precedenti e a quelli successivi: prima la semina, poi l'insolfatura, in seguito la mietitura e, infine, la vendemmia.In questo universo contadino, sia le catastrofi naturali che le ingiustizie vengono subite passivamente; ecco perché nella premessa tutta la vicenda di Fontamara, ovvero la rivendicazione del diritto all'acqua, è definita come "un fatto strano".Semplice nella trama e nel linguaggio, il romanzo ha a volte il tono di una fiaba, ma assume nel complesso un aspetto epico.Un altro aspetto del libro è la denuncia contro i potenti e le autorità.L'azione di denuncia è volta anche contro il fascismo; infatti attraverso l'episodio di Berardo l'autore ci presenta la realtà della censura e dei tentativi d'insurrezione attraverso la stampa clandestina che incitava la gente alla disobbedienza e alla ribellione. Silone descrive anche l'aspetto violento di quell'epoca, ovvero la dura repressione contro i rivoluzionari attuata anche con la pena capitale.
Si scorge il sentimento religioso popolare quando nei dialoghi l'opera di deviazione del corso d'acqua è considerata un sacrilegio, un peccato contro Dio, poiché cambia la natura che Egli ha creato. Premesse [modifica]
Scritto in esilio nel 1930,Fontamara è il primo dei libri con cui Silone, che ha abbandonato una militanza politica attiva, continua il suo impegno morale e civile con la letteratura. In primo luogo Silone ci rende nota la tremenda differenza tra quelli che chiama "cafoni", ovvero i contadini poveri che popolano sia Fontamara sia tanti paesi simili in tutto il mondo che lavorano la terra non per guadagnare, ma per sopravvivere, che si sforzano di estinguere i debiti contratti per superare l'inverno precedente, che parlano solo dialetto e ignorano la lingua dei cittadini: l'italiano, che sono ricchi se hanno un asino o un mulo; ed i cittadini che cambiano il mondo, lasciando i Fontamaresi spettatori.Silone osserva che le discrepanze sono così notevoli che le due categorie costituiscono addirittura due razze distinte, diverse persino nel linguaggio; un cittadino e un cafone potranno parlare per ore senza comprendersi: per loro è impossibile discutere. Non è così, invece, tra i cafoni del resto del mondo che costituiscono un'unica razza e nella comunicazione riescono a superare le barriere linguistiche e intendersi a meraviglia.Il personaggio che incarna il potere è quello dell'Impresario, abile uomo d'affari che ha saputo costruire la propria ricchezza in pochi anni, mentre la gente comune gettava il sangue sulla terra da secoli senza riuscire a racimolare qualche soldo per migliorare le proprie condizioni.Per questo motivo i contadini sostengono, invidiosi, che egli abbia trovato l'America a Fontamara, e i più sospettosi arrivano a supporre che egli sia il diavolo in persona.L'autore, inoltre, ci narra delle tante burle dei cittadini ai danni dei Fontamaresi, come quando le donne intenzionate a parlare col podestà si recano al municipio e vengono derise da chi sostiene che porterebbero solo i pidocchi nello stabile, o come nell'aneddoto del parroco e dell'asino.
La storia [modifica]Il romanzo narra la storia di un vecchio paese della Marsica, Fontamara, più arretrato e misero degli altri. Esso rimase per la prima volta senza illuminazione elettrica poiché nessuno pagava e si riabituò al chiaro di luna.Il giorno dopo, all'alba, le mogli dei contadini si accorsero che un gruppo di operai lavorava per deviare il corso d'acqua con la quale i Fontamaresi irrigavano i campi. Subito i "cafoni" pensarono a una burla, poi le donne andarono verso il capoluogo per parlare col sindaco, ma furono derise dalle guardie.I carabinieri le accompagnarono poi a casa del Podestà appena eletto, l'impresario. Dopo varie discussioni il segretario del comune decise che tre quarti dell'acqua dovessero andare all'impresario e i tre quarti del rimanente ai Fontamaresi, spiegando come si trattasse di una decisione equa che garantiva a tutti la stessa quantità d'acqua: tre quarti, "cioè un po' più della metà". I cantonieri ripresero i lavori.Berardo Viola decise di partire e far fortuna in America, ma non poté riuscirci a causa di una nuova legge. Trovò lavoro da bracciante fuori da Fontamara e faticava parecchio.I rappresentanti dei cafoni della Marsica dovevano essere convocati ad Avezzano per ascoltare le decisioni del nuovo Governo di Roma sulla questione del Fucino.Una giorno arrivò a Fontamara un camion che, gratis, portava i cafoni ad Avezzano. Salirono tutti sul camion, furono condotti in una grande piazza e successivamente dovettero gridare inni ai podestà mentre la piazza era attraversata da un'automobile, poi potevano tornare a casa.Intanto nel paese arrivarono dei camion con i militi fascisti che, fatta rincasare la popolazione, portarono via tutte le armi, violentarono le donne, uscirono in piazza e chiesero agli uomini che tornavano dal lavoro circa il Governo, ma nessuno diede risposte soddisfacenti.I Fontamaresi decisero di chiedere consiglio a Don Circostanza affinché egli trovasse un'occupazione in città per il povero Berardo.I cantonieri finirono di scavare il nuovo letto per il ruscello e giunse l'ora della spartizione dell'acqua; i Fontamaresi videro che il livello dell'acqua destinata a loro scendeva sempre di più e capirono che sotto vi era l'inganno.Berardo decise così di partire l'indomani, ma la sua avventura fu sfortunata perché tra tasse, avvocati e inghippi vari rimase senza soldi, senza lavoro e venne incarcerato poiché sospettato di essere il Solito Sconosciuto, un tale che cospirava contro il sistema attraverso la stampa clandestina. Nonostante Berardo fosse innocente, decise di addossarsi la colpa; in seguito verrà ucciso.La storia giunse a Fontamara e i suoi abitanti decisero di scrivere allora un giornale con gli appunti lasciati dal Solito Sconosciuto e fu intitolato "Che fare?".L'autore e altri cafoni andarono a distribuirlo negli altri paesi, ma mentre tornavano a Fontamara udirono degli spari. Era la guerra a Fontamara, chi aveva potuto era scappato, gli altri erano morti. Il narratore, il figlio e i pochi cafoni che erano con loro si salvarono nascondendosi nei campi. Non ebbero più notizie di nessuno del paese e vissero all'estero grazie all'aiuto del Solito Sconosciuto, ma non poterono restarci. Dopo tante pene, lutti, ingiustizie, odio, i cafoni superstiti si chiedono sempre: "Che fare?".
Commento [modifica]Il narratore è interno e rappresentato da una famiglia di “cafoni”, i cui membri (gli zii di Elvira), che hanno ormai raggiunto in esilio l’autore, si alternano a raccontare, in un lungo flashback, ciascuno le proprie esperienze.

linguaggio sms

Fino a pochi anni fa lo scambio epistolare era un genere letterario. Ora, con fax, e-mail e Sms è diventato una pratica veloce e immateriale. Ecco un confronto tra ieri e oggiLe lettere sono state per lunghi secoli il solo mezzo per comunicare qualcosa a persone lontane: affidate a materiale cartaceo (senza contare altri supporti usati in epoche più antiche) e portate da un luogo all'altro da qualcuno che le prendeva con sé, che se ne faceva carico muovendosi con i mezzi di trasporto disponibili. Se questo accade ancor oggi e la vecchia posta continua a viaggiare per il mondo, la forma epistolare appare però piuttosto in crisi; ma allo stesso tempo fax, e-mail e messaggi sui cellulari sembrano dar luogo ad una prepotente resistenza della scrittura, per via telematica e digitale. E’ certo comunque che scrivere o leggere una e-mail è qualcosa di molto diverso dallo scrivere o leggere una lettera tradizionale: oltre alla velocità, c'è uno statuto diverso della scrittura e della comunicazione stessa. Il recente libro di Maria Luisa Doglio, L'arte delle lettere. Idea e pratica della scrittura epistolare tra Quattro e Seicento permette di affacciarsi su alcuni grandi esempi di scrittura epistolare italiana nel periodo trattato (il tempo lungo delle grandi modificazioni da cui è sorto il mondo moderno). L'autrice aveva già esplorato un "genere" di particolare interesse nel volume Lettera e donna. Scrittura epistolare al femminile tra Quattro e Cinquecento (Bulzoni, Roma 1993); seguendo i caratteri della scrittura delle lettere nella fase storica considerata, mettendo in luce il rilievo sociale e culturale che essa assunse, i modelli che essa elaborò e diffuse, il nuovo libro ci invita a porre qualche domanda sul destino attuale della pratica epistolare, sui modelli che si svolgono nei nostri messaggi viaggianti sugli schermi, senza più buste e senza più mezzi fisici di trasporto.Dieci i casi presentati, dall'umanista Enea Silvio Piccolomini (poi papa Pio II), che ha affidato alla scrittura epistolare latina (lettera al giurista Mariano Sozzini del luglio 1444) una novella che ebbe grande fortuna, nota come la Storia di due amanti , al barocco Emanuele Tesauro, autore del trattato Arte delle lettere missive (stampato nel 1674). In questo viaggio nel tempo incontriamo scrittori notissimi (in primo piano gli eccezionali epistolari di Machiavelli e Tasso) e scrittori meno noti, scritture private e scritture ufficiali, lettere scritte per "informare" e "formare", senza alcun intento di raccolta a stampa e lettere scritte per "costruire e pubblicare un libro". In questa molteplicità di scritture si danno mutamenti consistenti dell'idea stessa della lettera, del suo stile, della sua funzione, del suo uso. Il grande umanista Giovanni Pontano, che scrive lettere sia in latino che in volgare, sia a nome proprio che a nome del principe (come segretario del re di Napoli), giunge a fare della lettera una sorta di "manifesto", di vero e proprio modello ideologico.Matteo Maria Boiardo usa nelle lettere modi burocratici, da vero e proprio "funzionario" collocandosi su di un terreno opposto a quello dell'invenzione fantastica del suo Orlando innamorato. Niccolò Machiavelli, che pure ha compilato una fittissima serie di lettere come segretario della seconda cancelleria della Repubblica di Firenze, nella sua corrispondenza privata si affida ad una "varietà" di materia e di registri, che gli permette anche di farne un luogo "della costruzione dell'immagine di sé" e della propria riflessione politica. Nel corso del Cinquecento si diffonde la tendenza a raccogliere le lettere volgari in libri a stampa, sia antologie di autori diversi, che raccolte di autori singoli: e in particolare le antologie (come quella qui studiata del piemontese Stefano Guazzo) tendono ad offrire modelli di scrittura, veri e propri repertori di temi e di formule molto ricercati dal pubblico.Il fittissimo epistolario del Tasso è invece quasi un modo di esistenza personale, radica la lettera nell'autobiografia, ne fa una sorta di diario intimo, di ostinata difesa di se stesso, di dialogo con le proprie ossessioni: per il grande poeta le lettere giungono ad assumere una vera e propria presenza fisica, e anche il loro smarrimento può essere fonte di angoscia, al punto che egli arriva a sospettare che certe lettere gli possano essere sottratte da un "folletto" (da cui nella sua malattia egli crede di essere insidiato). Arrivando al Seicento, si giunge infine alla lettera come "palestra" per "esercitare l'ingegno", luogo di proliferazione metaforica e di invenzione artificiale: e sullo sfondo si affacciano i vastissimi epistolari del Settecento, la nuova diffusione che in quel secolo avrà la scrittura delle lettere, strumento essenziale della nuova cultura "critica", della conversazione e dell'investigazione razionale, come in seguito dei più vari abbandoni sentimentali (e non a caso il Settecento vedrà il trionfo del genere del romanzo epistolare).Non so se possa accadere che il nostro scrivere attuale, i nostri velocissimi messaggi digitali assumano, nel tempo, i caratteri di un'arte dalla vicenda così ricca e complessa come quella illustrata dalla Doglio: ma è certo comunque che, rispetto a quella tradizione, essi si appoggiano non solo su strumenti diversi, ma su una nozione ben diversa del tempo e dello spazio della scrittura e del loro rapporto con il tempo e lo spazio della vita. I messaggi rapidi e immateriali che affidiamo alla nostra trionfante tecnologia e che essa ci scarica addosso, per la loro stessa rapidità e per il loro stesso proliferare, sembrano in effetti evaporare e perdersi nell'atto stesso in cui si danno, non sembrano mirare a nessuna possibile arte: la stessa comunicazione sembra annullata dalla sua inflazione, dal suo perpetuo circolare.

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TRIANGOLO, CERCHIO, TRIANGOLOCOMPARE UNA STRETCH -R2, SU, L2, SINISTRA, SINISTRA, R1, L1, CERCHIO, DESTRACOMPARE UNA BLOODRING BANGER -GIÙ, R1, CERCHIO, L2, L2, X, R1, L1, SINISTRA, SINISTRACOMPARE UNA CADDY -CERCHIO, L1, SU, R1, L2, X, R1, L1, CERCHIO, XCOMPARE UN HOTRING RACER -R2, L1, CERCHIO, DESTRA, SU, CERCHIO, R2COMPARE UN RANCHER -SU, DESTRA, DESTRA, L1, DESTRA, SU, QUADRATO, L2SBLOCCATE ROMERO -GIÙ, R2, GIÙ, R1, L2, SINISTRA, R1, L1, SINISTRA, DESTRASBLOCCATE TRASHMASTER -CERCHIO, R1, CERCHIO, R1, SINISTRA, SINISTRA, R1, L1, CERCHIO, DESTRA -ARMI 1 -R1, R2, L1, R2, SINISTRA, GIÙ, DESTRA, SU, SINISTRA, GIÙ, DESTRA, SUARMI 2 -R1, R2, L1, R2, SINISTRA, GIÙ, DESTRA, SU, SINISTRA, GIÙ, GIÙ, SINISTRAARMI 3 -R1, R2, L1, R2, SINISTRA, GIÙ, DESTRA, SU, SINISTRA , GIÙ, GIÙ, GIÙMACCHINE VOLANTI -QUADRATO, GIU, L2, SU, L1, CERCHIO, SU, CROCE, SINISTRALE AUTO RARE E VELOCI APPAIONO FREQUENTEMENTE -SU, L1, R1, SU, DESTRA, SU, CROCE, L2, CROCE, L1SPARARE CON MIRA MENTRE SI GUIDA -SU, SU, QUADRATO, L2, DESTRA, CROCE, R1, GIU, R2, CERCHIOAPNEA INFINITA -GIU, SINISTRA, L1, GIU, GIU, R2, GIU, L2, GIUFAR APPARIRE UN "BULLDOZER" -R2, L1, L1, DESTRA, DESTRA, SU, SU, CROCE, L2, SINISTRALE GANGS CONTROLLANO SAN ANDREAS –L2, SU, R1, R1, SINISTRA, R1, R1, R2, DESTRA, GIUTRAFFICO RIDOTTO -CROCE, GIU, SU, R2, GIU, TRIANGOLO, L1, TRIANGOLO, SINISTRACIELO ARANCIONE -SINISTRA, SINISTRA, L2, R1, DESTRA, QUADRATO, QUADRATO, L1, L2, CROCETUTTI I TAXI HANNO IL NOS -SU, CROCE, TRIANGOLO, CROCE, TRIANGOLO, CROCE, QUADRATO, R2, DESTRASUPER SALTO (CJ POTRÀ SALTARE FINO A 10 VOLTE PIÙ DEL NORMALE) -SU, SU, TRIANGOLO, TRIANGOLO, SU, SU, SINISTRA, DESTRA, QUADRATO, R2, R2.GRASSO AL MASSIMO -TRIANGOLO, SU, SU, SINISTRA, DESTRA, QUADRATO, CERCHIO, GIÙ.MUSCOLI E GRASSO AL MINIMO -TRIANGOLO, SU, SU, SINISTRA, DESTRA, QUADRATO, CERCHIO, DESTRA.FAR APPARIRE UN "QUAD" -SINISTRA, SINISTRA, GIÙ, GIÙ, SU, SU, QUADRATO, CERCHIO, TRIANGOLO, R1, R2.FAR APPARIRE UN "HYDRA" -TRIANGOLO, TRIANGOLO, QUADRATO, CERCHIO, CROCE, L1, L1, GIÙ, SU.FAR APPARIRE UN "VORTEX"(OVERCRAFT) -TRIANGOLO, TRIANGOLO, QUADRATO, CERCHIO, CROCE, L1, L2, GIÙ, GIÙ.CAMBIARE ASPETTO FISICO -DESTRA, DESTRA, SINISTRA, SU, L1, L2, SINISTRA, SU, GIÙ, DESTRA, DESTRAPIÙ SANGUE -QUADRATO, L1, CERCHIO, GIÙ, L1, R1, TRIANGOLO, DESTRA, L1, XBARCHE VOLANTI -R2, CERCHIO, SU, L1, DESTRA, R1, DESTRA, SU, QUADRATO, TRIANGOLODONA 250'000 $ -R1, R2, L1 , X, SINISTRA , GIÙ, DESTRA, SU, SINISTRA,GIÙ, DESTRA, SULE DONNE AMANO CJ -CERCHIO, X L1, L1, R2, X, X, CERCHIO, CERCHIOBEACH PARTY -SU, SU, GIU, GIU, QUADRATO, CERCHIO, L1, R1, TRIANGOLO, GIUPARACADUTE -SINISTRA, DESTRA, L1, L2, R1, R2, R2, SU, GIU, DESTRA, L1MUSCOLI AL MASSIMO -TRIANGOLO, SU, SU, SINISTRA, DESTRA, QUADRATO, CERCHIO,SINISTRAMONSTER TRUCK -DESTRA, SU, R1, R1, R1, GIU, TRIANGOLO, TRIANGOLO, X, CERCHIO,L1, L1AEREO ACROBATICO -CERCHIO, SU, L1, L2, GIU, R1, L1, L1, SINISTRA, SINISTRA,X, TRIANGOLODISTRUGGI QUALSIASI VEICOLO APPENA LO TOCCHI -L1, L2, L2, SU, GIU, GIU, SU, R1, R2, R2SALTI ALTISSIMI CON LA BMX -TRIANGOLO, QUADRATO, CERCHIO, CERCHIO, QUADRATO, CERCHIO, CERCHIO, L1, L2, L2, R1New Cheats!!!!Veicoli di campagna: L1, L1, R1, R1, L2, L1, R2, giù, sinistra, suCittà del divertimento: triangolo, triangolo, L1, quadrato, quadrato, cerchio, quadrato, giù, cerchioTempesta di sabbia: Su, giù, L1, L1, L2, L1, L2, R1, R2Gangs dappertutto: sinistra, destra, destra, destra, sinistra, croce, giù, su, quadrato, destraSuper pugno: Su, sinistra, croce, triangolo, R1, cerchio, cerchio, cerchio, L2RicompenseRicompense per le missioni:CJ resistente al fuoco: Completa i 12 livelli delle missioni Pompiere.Aumentare la vita massima a 150: Completa i 12 livelli delle missioni Infermiere.Divertirsi con le prostitute fa guadagnare soldi (anzichè toglierteli):Completa il livello 10 delle missioni "pimping".NOS su tutti i taxi: Completa 50 corse.Avere la trazione RS come una proprietà dell'assetto: Completa il livello8 delle missioni Camionista.Aumentare l'armatura massima a 150: Completa il livello 12 delle missioni Vigilante.Veicoli Sbloccabili:Rustler: Prendi tutte le medaglie di bronzo alla scuola da pilota.Stunt Plane: Prendi tutte le medaglie d'argento alla scuola da pilota.Hunter: Prendi tutte le medaglie d'oro alla scuola da pilota per consegnarneuno al "Verdant Meadows Airstrip"Marquis: Prendi tutte le medaglie di bronzo alla scuola nautica.Squallo: Prendi tutte le medaglie d'argento alla scuola nautica.JetMax: Prendi tutte le medaglie d'oro alla scuola nautica.Freeway: Prendi tutte le medaglie di bronzo alla scuola per motociclisti.FCR-900 Prendi tutte le medaglie d'argento alla scuola per motociclisti.NRG-500: Prendi tutte le medaglie d'oro alla scuola per motociclisti.Monster Car: Vincila battendo 8-trackSSuer GT: Prendi tutte le medaglie di bronzo alla scuola di guida.Bullet: Prendi tutte le medaglie d'argento alla scuola di guida.HotKnife: Prendi tutte le medaglie d'oro alla scuola di guida.Dune: Batti il punteggio di 25 nella Dirt Ring.Uniforme medica:Aumenta la relazione con Katie Zhan al 100% per avere un'uniforme consegnataal tuo guardaroba.Easter Eggs:Screensaver per pigri:Non muovere CJ per 2.3 minuti. L'HUD sarà rimosso e la telecamera inizieràa seguire e zoomare su qualsiasi attività che si svolge intorno a voi(Es.: Inseguimenti, combattimenti, persone che parlano...).Cammeo:Nella missione "Wu Zi Mu", durante il filmato d'introduzione, il personaggioprincipale di GTA3 potrebbe essere seduto in un'auto nello sfondo.Cambiare la grandezza della luna:Colpite la luna con il fucile di precisione e crescerà fino a raggiungereuna certa grandezza dopo la quale si rimpicciolirà se la colpirete ancora.Bugs:Guadagnare una Savanna resistente ai proiettili prima del previsto:Dopo che avete finito la missione "High Stakes, Low-Rider", Cesare la sua macchina staranno alla linea d'arrivo, con le porte bloccate. Potetespingere la macchina al garage più vicino e le porte si sbloccheranno.L'auto rimarrà resistente ai proiettili.CJ senza testa:Trovate una satana, poi andate nella modalità due giocatori (trovandoun'icona rappresentante due figure rosse). Fate tagliare al giocatore 2 la testadel vostro personaggio, e poi tornate nella modalità un giocatore. CJnon avrà la testa, ma un disgustoso effetto sanguinante.Pilotare aeroplani senza la licenza da pilota:Normalmente, dovreste avere la licenza da pilota per entrare nell'aeroportodi Los Santos e pilotare un aereo. Ma, c'è un modo per entrare nell'aeroportoe perfino guidare due tipi di aeroplani senza avere ancora ottenuto la licenzada pilota.C'è un uomo fuori dall'aeroporto in una casetta dove c'è scritto"Solo le persone che hanno una licenza da pilota valida possono entrare".Parcheggiate una macchina (qualsiasi auto, l'auto non deve essere larga) difronte all'edificio in cui si trova. Poi, saltate sull'auto e saltate versol'edificio. Sarete automaticamente messi sul tetto dell'edificio. Spingetevisu. Da lì potete entrare nell'aeroporto e prendere un Dodo o un jet privato.Divertitevi!Segreti:Raccogliere denaro in casa:Se lasciate la vostra PS2 accesa per far crescere il denaro nella vostra casaprobabilmente perderete tutta la vita per la fame e finirete all'ospedale. Perevitare ciò, andate dentro la casa di CJ e lasciate andare il gioco nelsoggiorno: il denaro aumenterà comunque e la vita non diminuirà.Arma Sex Toy:A Los Santos, entrate in una qualsiasi stazione di polizia e entrate nella doccia.Dentro essa troverete un Sex Toy rosa che potete usare come arma.

DELITTI ESEMPLARI DI MAX

1- Quel signore che ogni domenica sera veniva a casa a fare uno spuntino e a guardare la partita .
Lui mi provocava, mi prendeva in giro quando la mia squadra perdeva e sopratutto, la cosa che mi da più fastidio mi tirava le orecchie e mi dava dei pizzicotti sulla guancia; peccato che mentre tagliavo la salsiccia gli infilai un coltello nel petto un paio di volte ( 48 ) . Graziano Piredda

2- Quel ragazzo, quel bullo che ogni giorno alla mensa mi rubava il budino, mi sputava nel piatto e starnutiva sempre davanti a me; peccato che quando si affaccio alla finestra con una leppa ruppi la finestra che gli mozzo la testa. Graziano Piredda

L'ANEMIA MEDITERRANEA

La talassemia è una malattia ereditaria caratterizzata da un difetto nella sintesi dell’ emoglobina, cioè la proteina contenuta nei globuli rossi del sangue.
La forma più diffusa in Italia è l’anemia mediterranea.
Queste catene proteiche sono regolate da due geni, uno di origine materna e uno di origine paterna. Si possono avere due casi principali:
1)L’ individuo possiede un solo gene portatore ( forma eterozigote ), in tal caso si parla di portatore sano.
In questi soggetti i globuli rossi sono in numero maggiore numero che nei soggetti normali, ma sono un po’ più piccoli ( da qui deriva il termine microcitemia ), e circa un quinto dei soggetti presenta un leggero ingrossamento della milza.
2) Se un individuo possiede entrambi i geni portatori ( forma omozigote ), ci troviamo di fronte a quello che viene chiamato morbo di Cooley.
Questa forma si manifesta nei bambini subito dopo la nascita con un notevole pallore della pelle, sintomo di una gravissima anemia: I globuli rossi sono in numero ridotto, con una scarsa quantità di emoglobina

1)SANO x SANA = 4 SANI
2)SANO x PORTATORE = 2 SANI e 2 PORTATORI
3)PORTATORE x PORTRATORE = 1 SANO, 2 PORTATORI e 1 MALATO
4)MALATO x SANO = 4 PORTATORI
5)MALATO x PORTATORE = 2 PORTATORI e 2 MALATI
6)MALATO x MALATO = 4 MALATI

LE ORIGINI DI ROMA

INTODUZIONE:
La data della fondazione di Roma è stata fissata al 21 aprile dell’ anno 753 a.C. dallo storico latino Marrone.
I romani avevano inventato un racconto mitologico sulle origini della città e dello stato, che ci e giunto attraverso le opere storiche e le poesie di scrittori e poeti.
In quest’epoca le leggende riprese da testi più antichi vengono rielaborate e fuse in un unico racconto, nel quale il passato mitico viene interpretato in funzione delle vicende del presente.
I moderni studi storici e archeologici, che si basano sia su queste che su altre fonti scritte, sia sugli oggetti e i resti di costruzioni rinvenuti in vari momenti negli scavi, tentano di ricostruire la realtà storica che sta dietro al racconto mitico, nel quale man mano si sono andati riconoscendo alcuni elementi di verità.
Il mito racconta di una fondazione avvenuta a opera di Romolo, discendente dalla stirpe reale di Alba Longa, che a sua volta discendeva da Ascanio, figlio di Enea, l’eroe troiano giunto nel Lazio dopo la caduta di Troia.

IL RACCONTO:
Come si racconta nel libro “ENEIDE”,Enea, figlio della dea Venere, fugge da Troia, ormai presa dagli Achei, con il padre Anchise e il figlioletto Ascanio; mentre la moglie Creusa, figlia del re Priamo, muore nell’ incendio della città. Dopo vari viaggi nel Mediterraneo, Enea approda nel Lazio, come si era detto in seguito al racconto della madre, che dopo un premonizione gli aveva detto di fondare una città nella patria di Dardamo. Nel Lazio, Enea viene accolto piacevolmente dal re latino, che gli fa conoscere sua figlia Lavinia. Enea si innamora perdutamente di lei ma viene a sapere che Latino la già promessa a Turno, re dei Rutili. Il padre di Lavinia ascolta le intenzioni di Enea ma temendo una vendetta da parte di Turno si oppone ai suoi desideri. La disputa per la mano della fanciulla diventa una vera e propria guerra, a cui partecipano le varie popolazioni italiche, compresi gli Etruschi e Volsci; Enea si allea con alcune popolazioni greche provenienti da Argo e segnate nella città di Pallante sul palatino, regno dell’ arcade Evandro e di suo figlio Pallante. La guerra è molto sanguinosa, e per evitare altre vittime si decide che la sfida tra Enea e Turno dovrà risolversi in un combattimento tra i due pretendenti.
Enea ha il sopravvento.
Dopo trent’ anni, Ascanio fonda una nuova città, Alba Longa, sulla quale regnano i suoi discendenti. Molto tempo dopo il figlio e legittimo erede del re Proca di Alba Longa, viene ucciso dal fratello Amulio, che costringe la figlia Rea Silvia a diventare sacerdotessa e a fare quindi voto di castità. Tuttavia il dio Marte s’impadronisce della fanciulla e la rende madre di due gemelli, Romolo e Remo. Il re Amulio ordina l’uccisione dei due gemelli, ma il servo incaricato di eseguire l’assassinio non ne trova il coraggio e li abbandona alla corrente del fiume Tevere. La cesta nella quale i gemelli sono stati lasciati si accosta sulla riva, presso la palude del Velabro tra Palatino e Campidoglio, dove i due vengono trovati e allevati da una lupa. Li trova poi il pastore Faustolo che insieme alla moglie Acca Lorenzia li cresce come suoi figli. Una volta diventati adulti e conosciuta la propria origine Romolo e Remo fanno ritorno ad Alba Longa, uccidono Amulio, e rimettono sul trono il nonno Numitore.
Romolo e Remo ottengono quindi il permesso di andare a fondare una nuova città, nel luogo dove sono cresciuti. Romolo vuole chiamarla Roma ed costruirla sul Palatino, mentre Remo la vuole battezzare Remora e fondarla sull’Avventino. Per risolvere la disputa, i due decidono di osservare dai loro colli prescelti il volo degli uccelli: chi ne conterà di più avrà il diritto di decidere dove fondare la città. Secondo una versione, vinse Romolo, che traccia il solco sacro che delimita il perimetro della nuova città, e che nessuno potrà oltrepassare; Remo, invidioso, lo deride saltando il solco e Romolo lo uccide con la propria spada. Secondo un’altra versione, Remo osserva per primo il volo di sei avvoltoi, ma Romolo ne vede volare dodici; ne nasce così una lite che termina con l’uccisione di Remo da parte del fratello.
La città è così fondata sul Palatino e Romolo diventa il primo re di Roma.

esercitazione da effettuarsi in 3 minuti

1) Prima di fare qualsiaasi cosa leggi attentamente ogni punto di questa esercitazione.
2) Scrivi il tuo nome nell’angolo destro del foglio.
3) Traccia un cerchio attorno alla parola nome dell’istruzione precedente.
4) Disegna 5 piccoli quadrati nell’angolo a sinistra in alto del foglio.
5) Inscrivi una x in ogni quadrato.
6) Iscriva ciascun quadrato dentro un cerchio.
7) Scrivi il tuo nome sotto il titolo di questa esercitazione.
8) Accanto al titolo scrivi... si,si,si.
9) Traccia un cerchio attorno all’istruzione n°7.
10)Disegna una x nell’angolo a sinistra in basso del foglio.
11)Traccia un triangolo intorno alla x che hai appena disegnato.
12)Sul retro del foglio addiziona 8950+9850.
13)Traccia un cerchio attorno traccia un cerchio attorno alla somma addizionata e poi traccia un quadrato attorno al cerchio.
14)Traccia un cerchi alla parola foglio nell’istruzione n°7.
15)Quando arrivi a questo punto alzati in piedi e pronuncia ad alta voce il tuo nome.
16)Se pensi di aver eseguito le istruzioni fino a questo punto pronuncia ad alta voce SI.
17)Conta ad un tono di voce alto da 1 a 10 e successivamente da 10 a 1.
18)Fai tre piccoli buchi con la penna o la matita nella parte superiore del foglio.
19)Se sei la prima persona ad essere arrivata a questo punto alzati in piedi e pronuncia ad alta voce: “sono stato il primo ad arrivare fino a questo punto e sono un leader nell’eseguire le isruzioni”.
20)Pronuncia a voce alta: “ho quasi terminato e ho eseguito tutte le istruzioni”.
21)Ora che hai terminato di leggere attentamente tutti i punti di questa esercitazione compili solo l’istruzione n°2. Resta in silenzio e evita di far capire agli altri che hai terminato l’esercizio.

FINE

reassunto: LA CITTà DELLE BESTIE di Isabel Allende

Alexander Cold è un ragazzo di 15 anni che vive in california con i genitori e 2 sorelle(una più piccola di lui-Nicole ; e l’altra + grande-Andrea).La madre di Alex è malata di cancro e quindi la famiglia è molto in crisi x questo,infatti un giorno alex sognaun uccello nero enorme che si porta via la mamma (a suo parere l’uccello rappresentava la morte).Un Giorno vide il padre chino sulla madrea che le tagliava i capelli allora alex si scagliacontro di lui e ruppe tutto quello che aveva in camera dalla rabbia.Il Padre e la madre successivamente gli spiegarono che era stato necessario che le venissero tagliati i capelli xchè tanto sarebbero caduti a causa della chemioterapia.I giorni sucessivi il padre decide di mandare Alex da sua nonna,la giornalista Kate Cold,una donna molto severa e dura con tutti e anche con il nipote(infatti pretendeva che Alex non la chiamasse nonna ma bensì con il suo nome di battesimo).Kate stava per intaprendere un viaggio per scrivere un articolo:da New York (città nella quale viveva) all’Amazzonia, per studiare uno strano caso su una leggendaria bestia che uccideva la gente,e Alex sarebbe andato con lei.
Il Giorno sucessivo Alex partì da solo portando con sè due biglietti andata-ritorno x New York,uno zainetto ,qualche soldo e il suo affezionatissimo flauto dal quale non si separava mai , xkè il flauto era la sua passione.
Arrivato all’aereoporto di new york Alex vide che Kate non era andato a prenderlo,così decise di incamminarsi da solo per cercare la casa della nonna.Ma lui non conosceva affatto la città e in più il freddo che c’era lo immobilizzava .
Così d’un tratto si avvicinò una ragazzina dal nome Morgana mezza sbandata,più o meno della su età,vagabonda,sporca e con un anello al naso e gli propose di accompagnarlo dalla nonna dato che , almeno l’indirizzo dellla casa alex lo sapeva.
Ma lungo il tragitto la ragazza si volle fermare in un bar xkè aveva fame e così alex dovette pagare anche per lei che,quando il ragazzo andò in bagno,gli rubò tutto,zaino,soldi,biglietti e persino il flauto e se ne scappò a gambe levate.
Così il ragazzo ,arrabbiato per la sua stupidità nell’essersi fidato di una sconosciuta,chiese al cameriere dove si trovava quella via nella quale abitava la nonna e ,verso mezza notte,finalmente alex arrivo a casa della nonna.
Il Giorno dopo Kate regalò ad Alex il flauto di suo nonno,celebre musicista, e si misero subito in viaggio per L’amazzonia,prendendo un aereo che era diretto in brasile.Durante il viaggio in aereo la nonna spiegò al nipote lo starno caso della bestia che uccideva in modo osceno gli uomini,la creatura non era stata mai vista chiaramente ma si sapeva che doveva essere un mostro enorme.La nonna gli parlò anche degli indios,le tribù che vivevano in quei luogo.Persone ignoranti,quasi preistoriche ma molto intelligenti.
Una volta atterrati a Manaus si unirono con gli altri membri della spedizione dell’International Geographic.Alla spedizione partecipavano:
*Timothy Bruce-fotografo inglese
*Joel Gonzales-assistente del fotografo Timothy Bruce
*Ludovic Leblanc-famoso antropologo di fama mondiale
A Manus sarebbe dovoto venirli a prendere César Santos-la guida brasiliana che non arrivò perchè il suo aereo aveva dei problemi tecnici e così li avrebbe aspettati a Santa Maria De La Lluvia dove il grupposi sarebbe dovuto imbarcare. Intanto , per arrivare a Santa Maria De La Lluvia risalirono con un imbarcazione lungo il Rio Negro.L’equipaggio dell’imbarcazione era composto da alcuni soldati americani e dalla dottoressa Omayra Torres,intenzionata a vaccinare gli indigeni.
Dopo qualche problemino tecnico al motore dell’imbarcazione,e dopo qualche giorno,arrivarono finalmente a Santa Maria De La Lluvia dove incontrarono Cèsar la guida e Nadia,la figlia di Cèsar,una ragazzina più o meno di 13 anni con capelli crespi e la pelle color del miele,e su di una spalla aveva una scimmietta dal nome Borobà. I membri della spedizione sostarono nell’albergo del villaggio inseime alla guida e alla dottoressa. Nadia e Alex fecero amicizia e iniziarono a raccontarsi a vicenda le proprie vite. più tardi Nadia fece fare un giro nel villaggio ad Alex dove incontrarono Padre Vladomero,che sosteneva di aver vissuto per mesi con gli indios nella foresta xkè si era perso.Inoltre Padre Valdomero sosteneva di aver visto la Bestia.Più tardi i ragazzi tornarono in albergo e scoprirono che durante la loro assenza il Professor Leblanc aveva assunto un Indio,Karakawe per usarlo come Schiavetto o assistente personale. Successivamente in albergo giunsero Mauro Carias,il più ricco imprenditore della zona,e il capitano Ariosto,comandante della caserma.Anche loro speravano di trovare la bestia per poi ucciderla.Dopo cena Nadia ed Alex uscirono dall’albergo e Nadia lanciò un grido simile a quello di una civetta:serviva per chiamare Walimai,un grande sciamano che gli era apparso più volte sia in sogno che in realtà e che si muoveva sempre con affianco la sua sposa/angelo invisibile agli occhi degli umani.Lo sciamano regalò a Nadia un talismano che aveva il compito di proteggerla dai pericoli e dopo, si dissolse nella foresta.Quella notte Nadia e Alex non riuscirono a dormire,così si alzarono e sentirono un discorso tra Carias ed Ariosto che complottavano dicendo che non gli piacevano i componenti della spedizione , che non sarebbe stata una missione facile,che non capivano perchè il governo proteggesse gli Indios che vivevano in una terra piena di ricchezze delle quali la gente civile avrebbe potuto usufruire e alla fine carias concluse dicendo che una persona di fiducia sarebbe intervenuta ad aiutarli.
I ragazzi decisero di non rivelare ancora nessuno quello che avevano sentito e tornarono a letto.
Il giorno successivo dovettero partire ma prima Carias insistette per ospitarli nel suo rimorchio che fungeva da salone.Più tardi Carias fece vedere al gruppo un giaguaro nero che aveva intrappolato dentro ad una gabbia.Alex in trance si diresse verso il felino che sembrava chiamarlo.Carias gettò dentro la gabbia una scimmia da dare in pasto al felino così Alex aprì la gabbia e Carias sparò al felino uccidendolo.
Alex spiegò a Nadia che il giaguaro lo aveva chiamato per nome così lei gli disse che il giaguaro era il suo animale totemico ovvero lo spirito di un animale che accompagna ogni persona.
Il giorno dopo il gruppo risalì il fiume . Kate raccontò che molte persone dicevano che in quella regione si trovava la fantastica città di El Dorado. Durante il viaggio sull’imbarcazione risalente il fiume,tutto il gruppo si sentiva spiato e seguito.Infatti dopo poco tempo uno dei soldati sull’imbarcazione si chinò a terra,morto,trafitto da una lancia sicuramente appartenente agli indios.Decisero di laciare il corpo in modo che gli uccelli si cibassero della sua carne perchè se avessero buttato il cadavere nel fiume si diceva che lo spirito del morto li avrebbe perseguitati per sempre.
Il giorno dopo proseguirono e decisero tutti di fare un bagno nel fiume,per lavarsi.Ma ad un tratto Joel Gonzales venne attaccato da un serpente che gli si attacco avvolgendolo e per uccidere il serpente,Cesar lo colpì con un coltello uccidendolo,riva.Il giorno dopo si decise di far portare Joel a Santa MariA De La Lluvia per fargli avere cure in ospedale.
I giorni successivi decisero che durante la notte si sarebbero fatti dei turni per sorvegliare le tende del loro accampamento. Una sera Nadia e Alex si addentrarono nel bosco e subito dopo vennero rapiti dagli indios che,con un colpo alla testa,fecero svenire Alex.Nadia riconobbe che tra gli Indios c’era Walimai e che quindi non erano in pericolo.Li avevano rapiti perchè si erano spaventati.La notte passata con gli Indios nella foresta Nadia vide la bestia e ne rimase scioccata per un lingo periodo.
Si misero in marcia subito il mattino seguente,tutti in fila dietro al capo:Mokarita. Si accorse che di fianco al capo camminava un altro uomo ,come se fosse il luogotentente, l’uomo si chiamava Tahama.Successivamente arrivarono davanti ad una montagna con una cascata che dovettero scalare,a grande disperazione di Nadia visto che soffriva di vertigini.Arrivati alla vetta si accorsero che Mokarita era rimasto indietro,così Alex tornò indietro a prenderlo e lo portò in salvo,anche se questo suo gesto di coraggio non venne riconosciuto al ragazzo ma a Mokarita.Ma Mokarita era rimasto ferito gravemente e non si sapeva per quanto ancora sarebbe potuto sopravivere. Una volta scalata la montagna , arrivarono a Tapirawa-teri,il villaggio degli Indios e dopo poco tempo Mokarita morì. Così ci fu un lungo dibattito sullo scegliere chi sarebbe stato il capo sucessivo e Walimai preparò una pozione che faceva avere delle visioni così alla fine sarebbe stato eletto chi era apparso in più visioni. A vincere fu Iyomi,la moglie di Mokarita. Nadia aveva avuto una visione nella quale era un acquila(il suo animale totemico) che doveva salvare delle uova di cristallo,mentre Alex aveva avuto la visione di essere un giaguaro . Così vennero eletti dal popolo rispettivamente come NADIA-colei che si sarebbe dovuta occupare di amministrare il RAHAKANARIWA (il famoso uccello cannibale che perseguitava gli Indios ma che nessuno aveva mai visto) e ALEX di negoziare con i Nahab(ovvero la gente civile,il gruppo della spedizione)per chiedere loro di andarsene dalle terre degli Indios e di essere lasciati in pace.Alex e Nadia insistettero affinchè il popolo così chiamato DELLA NEBBIA si fosse fatto vaccinare per combattere le malattie(spiegato a loro come l’uccello mortale).Iyomi disse che per prendere una simile decisione bisognava cosultarsi con gli Dei. Dopo Walimai raccontò loro che esisteva un’acqua miracolosa chiamata Acqua della vita che permetteva achiunque persona malata di qualunque malattia di guarirne,così Alex decise che doveva trovare quell’acqua per portarla alla mammma x far sì k guarisse.La notte Alex fu avviato ad una cerimonia di inizziazione che si faceva ai ragazzi Indios per farli passare da bambini all’età adulta.
Il giorno dopo Nadia e Alex vennero portati da Walimai sul Tepui,la montagna sacra,dimora degli dei e,con loro grande stupore videro che quelli che venivano considerati dei dagli Indios erano le bestie!Erano esseri molto starni,lentissimi nei loro movimenti,ma avevano grande memoria e sapevano persino parlare!I ragazzi erano coninti che il Tepui fosse El Dorado perchè aveva tutto un bagliore doro,ma subito dopo Walimai spiegò loro che era un effetto dovuto ad una sostanza giallognola.
Dopo Walimai spiegò alle bestie la situazione.
Nadia e Alex chiesero se le bestie potevano dar loro le tre uova che nadia aveva visto in sogno e l’acqua della vita che serviva ad alex. Ma chiedere qualcosa senza offrire niente in cambio era considerato un disonore sia da parte degli Indios che da parte delle bestie,cso’ Alex tirlò fuori il suo flauto per placare gli animi disgustati delle bestie e nadia si mise a ballare,Quel gesto venne riconosciuto come un dono da parte delle bestie che non avevano mai sentito della musica e non avevano mai visto danzare nessuno così svelarono loro dove si trovavano i rispettivi “tesori”che essi stavano cercando.Nadia dovette scalare una montagna vincendo le proprie paure e arrivando alle uova che potè prendere solo quando diede in cambio il suo talismano che gli aveva regalato Walimai.Alex invece dovette passare per dei tunnel e con suo immenso piacere scoprì di aver trovato la mitica città di El Dorado! Successivamente trovo l’acqua della vita che potè prendere solo quando diede in cambio il flauto del nonno regalatogli dalla nonna. Tutti e due i ragazzi tornarono in dietro prima di sera(come era stato detto da Walimai)con i loro tesori.
Il giorno dopo i ragazzi tornarono dai parenti grazie all’aiuto di Walimai e per ringraziarlo Alex regalò lui un coltellino svizzero che portava sempre con sè. i ragazzi Dissero ai parenti(che erano arrivati fin li grazie ad un elicottero) che gli Indios li avevano trattati bene e che dovevano venir subito vaccinati perchè se no si sarebbero ammalati come molti altri indios.
La notte scese e Nadia non riusciva a prendere sonno. Così decise di lazarsi e rendersi invisibile (tecnica che aveva imparato dagli indios e che era basata sulla capacità di concentrazione e di pensiero) perchè aveva visto che la dottoressa Torres si era alzata.Con suo grande stupore vide che la dottoressa Torres stava baciando quel farabutto e furfante di Carias!Raccontò tutto ad alex.
Il giorno seguente arrivarono gli Indios pronti per farsi vaccinare ma ad un tratto Alex capì che la persona di fiducia a cui si era riferito Carias nel discorso con il capitano Ariosto era la dottoressa Torres,in realtà quello che inietteva agli Indios non erano vaccini ma bensì virus mortali.Queste azioni servivano per sbarazzarsi degli Indios affinchè il suo amato Carias potesse impossessarsi dei loro territori.
Ad un tratto Karakawe disse che era un funzionario del governo e che aveva il compito di tutelare gli Indios e di proteggerli.Poi disse che aveva fatto esaminare i vaccini e aveva scoperto che in realtà erano virus mortali. Appena pronunciò queste parole , Ariosto sparò al cuore di Karakawe uccidendolo. Così Alex si scaraventò contro il capitano Arriosto e Carias sparò nella direzione degli Indios colpendo i flaconi con il falso vaccino.Quest’ultimo venne colpito alla testa da un Indios e si accasciò a terra.Gli Indios in men che non si dica si resero invisibili e scapparono.Ariosto prese il comando e fece scagliare tutti i membri della spedizione(eccetto la Torres e Carias) contro un albero puntando su di loro una pistola.Non sapeva cosa fare,era sicuro che non poteva avere dei testimoni che avessero visto lui sparare a degli Indios.Intanto fece andare la dottoressa Torres,Carias e dei soldati a Santa Maria De La Lluvia per far sì che l’amico venisse curato(anche se le sue condizioni erano disperate).
Intanto Leblanc spiegò a Kate che potevano rigirarsi Ariosto a loro favore visto che era un uomo molto ignorante ma molto sbruffone.Leblanc iniziò così ad adularlo,a dirgli quanto fosse stato eroico il suo gesto nell’uccidere gli Indios per difenderli.Così Ariosto credette che i membri non avessero capito le azioni che aveva commeso e i suoi veri scopi e un po ‘ più sollevato li fece accampare tutti in una tenda tranne alex,che lo legò in un albero perchè il ragazzo si era scagliato su di lui. La notte Leblanc rimase con Ariosto sperando di farlo ubriacare con della Vodcka,gesto che risultò inutile.Allora Nadia si rese invisibile e disse a Kate di non preoccuparsi che nè la ragazza nè il nipote avrebbero corso alcun rischio.Ad un tratto alex vide che Walimai stava tagliando le corde che lo legavano all’albero con il coltellino che gli era stato regalato in precedenza dal ragazzo e lo liberò. successivamente Ariosto ordinò a Leblanc di andare a dormire e si diresse verso l’albero sul quale era legato Alex per torturarlo.Ma con suo grande stupore vide che il ragazzo era scappato e subito dopo sentì una puzza nauseabonda,era la puzza delle bestie che fecero svenire Ariosto e successivamente lo uccisero.
Il giorno seguente i membri del gruppo si trovarono in mezzo agli Indios e subito tutti strinsero amicizia.I ragazzi spiegarono che quelli che volevano fargli il vaccino erano nemici traditori e che quello non era il vaccino ma bensì il Rahakanariwa,l’uccello mortale.
Cesar prese l’elicottero con il quale erano arrivati nel punto in cui avevano trovato i ragazzi dopo il loro rapimento, e salutarono gli indios promettendo loro che li avrebbero difesi e protetti.Walimai diede a nadia la cesta con le uova di cristallo che precedentemente la ragazzina aveva dato allo sciamano e si salutarono con un a presto visto che si sarebbero incontrati di nuovo in sogno. Alex controllò di avere ancora l’acqua della vita per sua madre e poi partirono.La ragazza diede ad Alex la cesta con le uova e spiegò a lui che in realtà erano diamanti e che sarebbero serviti a sua nonn aper muovere una battaglia per salvare gli Indios.
Arrivarono a Santa Maria De La Lluvia e lì si dovettero salutare:Timothy Bruce riabbracciò l’amico Joel Gonzales e Kate e Leblanc si promisero che insieme avrebbero mosso il governo per proteggere gli Indios e avrebbero mosso questa battaglia con tutte le loro forze!
Alex e Nadia, si dovettero anche loro salutare:
Alex disse:”non ti dimenticherò mai Nadia,resterai sempre la mia migliore amica”
Nadia disse:”e tu il mio migliore amico,perchè riusciremo a vederci con il cuore”
Alex disse:”A Presto Aquila…”
Nadia disse:”A Presto Giaguaro…”