mercoledì 4 giugno 2008

tesina di terza media

Indice

1) la situazione prima del conflitto e lo sviluppo della guerra

2) Randa Ghazy e “sognando Palestina”

3) “la guerra di Piero”…commento

4) poesia israeliana…commento in inglese

5) lo stato di Israele: situazione geografica

6) il petrolio, risorsa primaria

7) il judo, uno sport

8) la Camargue: descrizione

9) la Guarnica quadro di Paplo Picasso
LA SITUAZIONE PRIMA DEL CONFLITTO E LO SVILUPPO DELLA GUERRA

La causa di una delle guerre più famose nel mando, ovvero quella tra israeliani e palestinesi, è molto comune a tutti, questi due popoli lottano ancora oggi per la convivenza nello stato di Israele.

Già durante il XVIII secolo a.C. gli ebrei erano situati in Palestina.
Un uomo di nome Abramo era il capostipite del popolo ebreo, era una persona molto cattolica da lui discese la famiglia del Cristo.
Abramo condusse molto tempo gli ebrei, fu lui che li guidò dalla Mesopotamia al luogo dove vivono oggi.
Successivamente però gli ebrei si spostarono verso l’Egitto dove vennero schiavizzati tutti dagli egiziani, questa volta fu Mosè a portare in salvo la popolazione ebrea riconducendola in Palestina.
Gli ebrei furono vittima di numerose dominazioni da parte di vari popoli come i babilonesi, i persiani e i romani.
Vi fu però un fatto che caratterizzo molto gli abitanti della Palestina, infatti gli ebrei vissero la cosiddetta “diaspora”, in altre parole milioni di persone si dispersero nei vari paesi del mondo, immigrarono in America, Germania e tantissimi altri stati.
Negli anni successivi si creò un nuovo movimento cui vedeva protagonista il rientro al monte Sion, il colle di Gerusalemme, fu ciò a riaccendere le speranze negli ebrei nel possedere un proprio stato nei territori dove avevano vissuto in passato.
Tra l’ottocento e il novecento, il movimento sionista portò infatti in Palestina, indicata come terra promessa migliaia e migliaia di ebrei provenienti da ogni parte del mondo. Nel 1922 i sionisti riuscirono a ottenere la dichiarazione di balfour , con questa dichiarazione la Gran Bretagna (che dopo la prima guerra mondiale colonizzava anche questa regione) concedeva agli ebrei di fondare colonie agricole ebraiche in Palestina. Queste colonie ebraiche presero il nome di kibbutz.
Dopo la seconda guerra mondiale quindi anche dopo il massacro di circa 6 milioni di ebrei per causa dell’olocausto, la maggior parte dei superstiti decise di immigrare dalla propria nazione d’origine dove erano nati e cresciuti per andare nella terra di Palestina.
Nel 1948 grazie all’intervento dell’ONU nasce lo stato di Israele proprio nelle terre palestinesi.
Secondo l’ONU lo stato doveva essere diviso in due diverse parti, ovvero una destinata agli israeliani (ebrei) e l’altra ai palestinesi (arabi).
Fu proprio questo il motivo che fece scatenare i numerosi scontri, il primo dei quali avvenne qualche giorno più tardi della spartizione delle terre, furono infatti gli arabi, alleati con egizi, giordani, iracheni, siriani e libanesi, decisero di sferrare un attacco nell’intenzione di mandar via gli ebrei, anche se vennero facilmente neutralizzati.
E così dopo questo scontro gli israeliani poterono ampliare i propri territori, ma anche dopo aver conquistato la Galilea e il deserto del Negev, furono proprio gli israeliani ad attaccare nell’ottobre del 1956 l’Egitto occupando il Sinai e la striscia di gazza.
Ma l’ONU anche se dalla parte degli ebrei li costrinse a ritirarsi dai territori appena conquistati lasciandoli nuovamente in mano agli arabi.
Nel giugno del 1967 furono ancora gli israeliani a sferrare un attacco agli arabi ottenendo la vittoria con un estrema facilità, conquistarono il controllo della striscia di Gazza, della Cisgiordania e delle cime del Golan al confine con la Siria.
L’occupazione di questi territori provocò centinaia di migliaia di profughi palestinesi.
Persa la fiducia negli stati arabi, i palestinesi, intrapresero tre diverse “strade” nel tentativo di riottenere la loro terra:
- la via della trattativa, che consisteva nel restituire tutti i territori occupati e dirigersi alla convivenza pacifica dei due popoli e che sembrava potesse funzionare quando Yasser Arafat, a capo dei palestinesi e Itzaak Rabin, premier israeliano, si strinsero la mano di fronte a tutte le televisioni del mondo, ma fallì nel 1955, quando Rabin fu assassinato, spezzando il fragile equilibrio formato faticosamente e Arafat si rifiutò di firmare gli accordi di pace.
- la via dell’intifàda, o meglio conosciuta come “guerra dei sassi”, cioè la rivolta di massa nelle strade dei palestinesi armati solo di sassi contro l’esercito israeliano .
- la via del terrorismo, esplosa clamorosamente nel 1972n il sequestro e l’uccisione degli atleti israeliani alle olimpiadi di Monaco che proseguì con dei dirottamenti aerei e dilagò in terrificanti stragi quasi quotidiane a partire dal 2000. in questa fase terroristi kamikaze, ovvero suicidi, si fecero esplodere in luoghi pubblici particolarmente affollati di civili, preferibilmente di giovani o bambini, provocando talvolta decine e decine di morti.
Fino al 2008 nessuna di queste strade a portato a una soluzione al problema, anzi l’odio fra i due popoli si è approfondito in modo quasi irreparabile.
Tanti sono e sono stati gli artisti che hanno affrontato l’argomento attraverso i propri mezzi nel tentativo di lasciare dei messaggi significativi, tra cui una giovane ragazza che con il suo libro mi ha colpito molto e ne vorrei parlare.





RANDA GHAZY E “SOGNANDO PALESTINA”

Randa Ghazy è una giovane scrittrice di quindici anni e frequenta il liceo classico, nata in Italia da genitori egiziani vive in un paese vicino a Milano, quello che ho letto è il suo primo libro che tratta della situazione isralo-palestinese dal punto di vista di una piccola famigliola palestinese che vive la situazione della guerra da molto vicino.
I protagonisti della vicenda sono appunto i membri di questa famiglia, ovvero Ibrahim, Gihad, Ramy, Nedal, Ahmed, Mohammad, tutti parenti fra loro che oltre ai problemi della guerra vivono numerose liti rispetto alla minoranza delle gioie.
La vita per questi protagonisti si presenta molto difficile con la morte dei genitori, il padre, uscito dalla scena quasi da subito era il padrone della moschea ed era lui che svolgeva la messa, ed è proprio durante una di queste che io ho trovato uno pezzo da ricordare:

quando il nemico entra in casa tua e ti toglie i vestiti di dosso,
ecco, e quando occupa le stanze di casa tua, e ti lascia un pezzo di corridoio,
quanto basta per starci in piedi, tu e la tu famiglia, e dopo,
dopo aver preso le tue cose ti dice “ora facciamo la pace”, ecco,
se tu dici di no, sei un terrorista?, non vuoi forse la pace?, certo che la vuoi,
ma c’è pace senza giustizia io mi chiedo?.

Il romanzo inizia con la presentazione dei personaggi, ovvero i protagonisti adolescenti, che non vengono descritti ma dialogano tra loro.La storia parla di Ibrahim, ragazzo protagonista e narratore della storia.Inizialmente, girando per vari Paesi, Ibrahim incontra colui che diventerà il suo migliore amico (Nedal) e altri ragazzi suoi coetanei, alcuni dei quali si uniranno a lui mentre altri moriranno prima di poter diventare suoi amici.Durante il corso della storia, i protagonisti, si vedranno costretti a scappare per rifugiarsi, in casa altrui, dalla guerra in corso, rendendosi poi disponibili e altruisti verso altri profughi come loro.
Sulla sfondo, intanto, si parla anche della storia d'amore tra un palestinese e un'israeliana.
Tra corse e fughe, non tutti riescono a salvarsi, alcuni di loro muoiono nella disperata lotta contro la violenza.La tensione li porta a continui sbalzi d'umore: ridono, scherzano ma anche piangono e soffrono; a volte litigano e si separano bruscamente sentendo, poi, un grande bisogno di riunirsi.La vicenda si conclude in modo tragico, mostra come la guerra uccide le persone da un giorno all'altro anche se il giorno prima tutto sembrava abbastanza sereno.
I ragazzi, infatti, quando finalmente i loro problemi cominciavano a

svanire e stavano programmando una parte del loro futuro (dopo aver

appena scoperto che una di loro era incinta) vengono sorpresi da alcuni

soldati e, nel tentativo di difendersi durante una sparatoria nei pressi della

loro casa, gran parte di loro non riesce a sopravvivere.
I pochi ragazzi rimasti terminano tristemente la loro vita: alcuni di loro

sono destinati alla morte e altri finiscono per impazzire e tutto ciò avviene

in luoghi diversi dove il grande gruppo formatosi all'inizio si separa e si

spegne definitivamente.

Anche se non con un buon finale questo libro mi ha colpito molto per le

sue dure verità su come prosegue la vita in Paesi poveri come per esempio

Israele.

Un'altra grande persona che ha affrontato il temma della guerra dal punto

di vista di un soldato è stato Fabrizio de Andrè

LA GUERRA DI PIERO
Dormi sepolto in un campo di granonon è la rosa non è il tulipanoche ti fan veglia dall'ombra dei fossima son mille papaveri rossi
lungo le sponde del mio torrentevoglio che scendano i lucci argentatinon più i cadaveri dei soldatiportati in braccio dalla corrente
così dicevi ed era invernoe come gli altri verso l'infernote ne vai triste come chi deveil vento ti sputa in faccia la neve
fermati Piero , fermati adessolascia che il vento ti passi un po' addossodei morti in battaglia ti porti la vocechi diede la vita ebbe in cambio una croce
ma tu no lo udisti e il tempo passavacon le stagioni a passo di giavaed arrivasti a varcar la frontierain un bel giorno di primavera
e mentre marciavi con l'anima in spallevedesti un uomo in fondo alla valleche aveva il tuo stesso identico umorema la divisa di un altro colore
sparagli Piero , sparagli orae dopo un colpo sparagli ancorafino a che tu non lo vedrai esanguecadere in terra a coprire il suo sangue
e se gli sparo in fronte o nel cuoresoltanto il tempo avrà per morirema il tempo a me resterà per vederevedere gli occhi di un uomo che muore

e mentre gli usi questa premuraquello si volta , ti vede e ha pauraed imbracciata l'artiglierianon ti ricambia la cortesia
cadesti in terra senza un lamentoe ti accorgesti in un solo momentoche il tempo non ti sarebbe bastatoa chiedere perdono per ogni peccato
cadesti interra senza un lamentoe ti accorgesti in un solo momentoche la tua vita finiva quel giornoe non ci sarebbe stato un ritorno
Ninetta mia crepare di maggioci vuole tanto troppo coraggioNinetta bella dritto all'infernoavrei preferito andarci in inverno
e mentre il grano ti stava a sentiredentro alle mani stringevi un fuciledentro alla bocca stringevi paroletroppo gelate per sciogliersi al sole
dormi sepolto in un campo di granonon è la rosa non è il tulipanoche ti fan veglia dall'ombra dei fossima sono mille papaveri rossi.
Fabrizio de André
Commento della canzone “la guerra di Piero”

Fabrizio de André scrisse una canzone intitolata: “la guerra di Piero” che si riferisce appunto a una guerra, non a una guerra precisa, ma parla in generale descrivendo le sensazioni e gli stati d’animo di un singolo soldato, in questo caso di nome Piero.
La canzone può essere divisa in due parti:
quella principale dove il cantante racconta una storia e parla come se fosse un suo conoscente, come un amico del protagonista ma ora che rimasto solo si sfoga raccontando i brutti momenti della sua morte.
E una seconda parte, quella finale, dove de André interpreta la parte di Piero e parla alla moglie, Ninetta, quando ormai già morto si pente d’essere andato in guerra.
Nella prima parte della canzone molte frasi stanno a indicare che lui gli era vicino prima, durante e anche dopo il cammino della guerra come per esempio:
…così dicevi ed era d’inverno…

oppure:
…fermati Piero, fermati adesso,
lascia che il vento ti passi un po’ addosso…

che rappresenta l’amicizia tra i due.
Mentre nella seconda parte perla in prima persona:
…Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all’inferno
Avrei preferito andarci inverno…

Ho voluto parlare di questa canzone perché la considero una delle migliori canzoni che abbia mai fatto de André.
POESIA ISRAELIANA


Passando al campo della poesia uno dei principali poeti che ha affrontato il tema della guerra, in particolare la questione israeliana è Mohammad Roshan

In fondo al vicolo della guerra
mi metto a sedere in fondo al vicolo della guerrai giorni con pazienzae le notti in attesail passare del tempoil passare della vitahanno detto finche passanon ci sarà doloreè passato, ma con dolorehanno detto : questo passerà pureè passato, ma duramenteora che faccio...con quale passione, quale speranzaassisto al passaggio della vitain fondo al vicolo della guerra
(Mohammad Roshan)



Questa poesia mi ha colpito molto perciò ho deciso di commentarla in inglese.
Commento in inglese
the poet, mohammad roshan is as if has written this poem only for self, for to convince that has successeful to pass to overcome of the war and now he thinks at all remains, he relaxes self and thinks with which passion will able to attend the passage of life, and as succeed at still live.
The words in this poem have a sense very special and I did understand many things.


TRADUZIONE IN INGLESE
At the bottom of the loneliness alley

I am sitting at the bottom of the blind loneliness

Patiently waiting for the days
And waiting for the nights

The passing of-time
The passing of life

They told-until it’s gone
There won’t be pain

It’s gone, but with pain
They said : this will end
The past is gone, but with pain
Now what will I do...
With what passion, what hope
I will witness the passage of life
At the botton of the loneliness alley


LO STATO DI ISRAELE: SITUAZIONE GEOGRAFICA

Come tutti possiamo pensare la causa della guerra sta soltanto nella spartizione delle terre, ed è così, non sarebbe così difficile convivere se lo stato fosse un po’ più grande, infatti, le dimensioni dello stato di Israele sono quasi equivalenti a quelle della Puglia, Israele si trova nell'Asia sudoccidentale, sulla costa orientale del Mar Mediterraneo e confina a nord con il Libano, a nord-est con la Siria, ad est con la Giordania, a sud-ovest con l'Egitto e ad ovest è interamente bagnato dal Mar Mediterraneo. Ha una superficie di 21.946 km².la capitale è Gerusalemme e la religione principale è l’islam. Israele può essere diviso in tre zone principali:
la regione montuosa della Galilea con i monti della Giudea e della Samaria e il Negev, le pianure costiereLa larghezza delle pianure costiere che si estendono per 195 km circa lungo il Mediterraneo varia da meno di 1 km fino a un massimo di 32 km circa. I Monti della Giudea e, a nord formano una barriera che attraversa da nord a sud quasi tutto Israele. Il Negev è una regione desertica che si estende a sud del Golfo di Aqaba fino a una linea che va dall'estremità meridionale del Mar Morto al Mediterraneo, passando appena a sud di Be'er Sheva. Il fiume principale di Israele è il Giordanolungo circa 330 km, che nasce dal Monte Hermon, sul confine libano-siriano, raggiunge il Lago di Tiberiade, a 209 m circa sotto il livello del mare e sfocia nel Mar Morto, a 408 m circa sotto il livello del mare, la più bassa altitudine sulla superficie terrestre.Il clima di Israele è generalmente mediterraneo nelle coste e desertico verso le zone centrali, con precipitazioni limitate principalmente ai mesi invernali. La vegetazione spontanea, tipicamente mediterranea lungo la costa, assume i caratteri della steppa procedendo verso l'interno, mentre al sud, nel Negev, è di tipo desertico. Il ritmo di crescita di Israele si aggira intorno al 4% annuo anche con i suoi numerosi problemi come per esempio la situazione d’emergenza causata dai numerosi scontri che a loro volta hanno causato la crisi degli ingressi turistici che aumentano notevolmente la crescita di un Paese, poi ci sono anche tutte le spese destinate al corpo militare.
Riguardo l’economia, Israele vede il 3% degli occupati che porta avanti l’agricoltura a causa della poca disponibilità delle terre fertili, solo il clima mediterraneo della costa permette di coltivare uva da vino e da tavola, ulivi e agrumi, ma sono diffuse anche le colture di cereali, orzo e frumento.
L’allevamento di bovini è abbastanza sviluppato in tutto il territoro e consiste in una produzione consistente di latte e carne, ma ancor più sviluppata è l’industria che occupa il 34% della “forza lavoro”. Le principali industrie sono impianti metallurgici, chimici, petrolchimici e automobilistici a nord ma anche tessili e alimentari al centro.
Anche se in minoranza, in Israele come in molte altre nazioni islamiche è presente il petrolio nel sottosuolo, una risorsa importantissima che si trova protagonista proprio in questi ultimi anni.













IL PETROLIO, RISORSA PRIMARIA

Il petrolio è una fonte di energia non rinnovabile presente nel sottosuolo in prevalenza nei paesi asiatici e nord-africani, occupa circa il 38% di tutta l’energia mondiale.
Perché questa sostanza si formi, nel sottosuolo devono essere presenti delle determinate caratteristiche, infatti il petrolio si crea attraverso i residui di fossili e solo se è in presenza di acqua (sempre nel sottosuolo).
Come tutte le fonti di energia non rinnovabili possiede alcuni aspetti negativi, sia per gli esseri viventi e sia per l’ambiente, ad esempio l’inquinamento atmosferico ovvero il rilascio di alcuni gas che contribuiscono all’allargamento del buco dello zono, appunto un buco creatosi nell’atmosfera che impedisce di bloccare i raggi ultra-violetti dannosi per la nostra pelle.
Come tutti sanno il petrolio è la fonte di energia più usata dall’uomo, ma si sa anche che fra circa 40 anni si esaurirà perciò bisognerà trovare una fonte alternativa al più presto.

- la cartina che ho portato è molto singolare, ma piuttosto interessante. Essa infatti mostra come apparirebbero le dimensioni dei 27 stati produttori di petrolio se fossero calcolate in relazione alle loro riserve petrolifere.
Ogni macchia nera corrisponde a un paese, i numeri dicono a quanti miliardi di barili corrispondono le sue riserve.
Come si può constatare in una cartina del genere l’Italia sparirebbe completamente e l’Europa sarebbe ridotta a due isolette: Norvegia e Gran Bretagna.
La Cina, terzo paese per estensione, sarebbe retrocessa all’11° posto, l’Arabia Saudita, invece sarebbe il più grande stato di questo mondo, seguita da altri Paesi arabi, come l’Iraq.
E in fine gli Stati Uniti sarebbero grandi quanto la Libia.
Però c’è da notare che tutti gli stati evidenziati segnalano i Paesi produttori di religione islamica, se si fa la somma delle riserve di petrolio di questi paesi, si può notare che, insieme, essi rappresentano la massima riserva mondiale.
La conseguenza è che, se non si trovano alla svelta energie alternative, le nazioni islamiche avranno in mano tutta l’economia mondiale.








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Il judo viene da sempre considerato come un arte marziale, in realtà dire questo è sbagliato infatti esso non può esser considerato appunto un arte marziale, in realtà il judo è un vero e proprio sport.
Come tutti sanno, la parola “judo”, come anche lo sport è di origine giapponese e infatti in lingua d’origine significa : “via della flessibilità”, oppure tradotto letteralmente: ju = flessibilità, o anche non resistenza, invece do = via.
Con questo si cerca di spiegare che il modo di vincere una forza non è opporsi, ma bensì il contrario, sfruttandola e dirigendola verso il proprio fine.
Colui che ha fondato lo sport de judo si chiama Jigoro Kano, e per creare ciò che ha fatto si è ispirato al ju-jutsu che a differenza del judo è una vera e propria arte marziale e tradotto letteralmente sarebbe: ju = morbido, o cedevole, invece jutsu = arte.
Jigoro Kano per esprimere ciò che intendeva lui per “judo” disse:

“ Il vero valore del judo si realizza soltanto nell’animo
che intende sviluppare le doti interiori
e conquistare un punto di vista più elevato della realtà,
al fine di auto-realizzarsi per essere utili”
Jigoro Kano




LA CAMARGUE

La Camargue (en occitan provençal: Camarga [kaˈmaʀgɔ] selon la norme classique ou Camargo [kaˈmaʀgɔ] selon la norme mistralienne) est l’espace marécageux formé par le delta du Rhône.
Territoire
C’est un espace terrestre de 145.300 ha au sud de la France, situé géographiquement entre les deux bras principaux du delta du Rhône et de la mer Méditerranée. On peut l'étendre à l'Est jusqu'à la plaine de la Crau, à l'ouest jusqu'à Aigues-Mortes et au nord jusqu'à Beaucaire. Elle s'étend donc sur les départements des Bouches-du-Rhône et du Gard.
On distingue ainsi 3 parties :
la Petite Camargue à l'ouest du Petit-Rhône,
la Grande Camargue, entre les deux bras du Rhône,
le Plan du Bourg, à l'est du Grand-Rhône.
En son centre se trouve l'étang du Vaccarès, la partie située le long de la mer est bordée d'étangs salés.
La Camargue se trouve essentiellement dans le territoire des communes d'Arles, qui est de ce fait la plus vaste commune de France métropolitaine, des Saintes-Maries-de-la-Mer et de Port Saint Louis du Rhône.
Cette région est composée de deux parties : le nord avec des terres agricoles et le sud composé de marais et de plans d'eau salée qui forment un écosystème particulier.
Cet écosystème présente une végétation principalement composée de salicornes* et de plantes halophiles (c'est-à-dire des plantes qui supportent l'eau salée) comme la saladelle.
Champ de riz en Camargue
C'est également un domaine d'élevage de chevaux et de taureaux, de culture du riz et d'exploitation du sel (marais salant) qui produit du sel.
Cette faune et flore particulières ont entrainé la création d'une réserve naturelle nationale sur 13 117 hectares (1927) et d'un parc naturel régional sur 30 000 hectares (1970).L'évaporation annuelle est plus importante que l'apport pluvieux, le fleuve apporte la différence évitant ainsi à la région d'être brûlée par le sel.

*salicornes = plante herbacèe qui croit dans les terrains sales. La cendre de salicondre fournitde la soude.









































PABLO PICASSO

Guernica è il titolo di un noto dipinto di Pablo Picasso, realizzato dopo il bombardamento aereo della città omonima durante la guerra civile spagnola.
il quadro cubista, inizialmente, era destinato a decorare il padiglione spagnolo durante l'Esposizione mondiale di Parigi, del 1937.