venerdì 28 marzo 2008

napoli, emergenza rifiuti

Napoli: emergenza rifiuti
Napoli - Sono oltre 2.500 le tonnellate di spazzatura accumulate lungo le strade di Napoli a causa degli stop registrati negli impianti di compostaggio. Al lavoro i compattatori dell’Asia nei quartieri dove la situazione è maggiormente a rischio. Disagi in diversi comuni della provincia, aggravati dal caldo. Preoccupati gli operatori della fascia costiera domiziana: la presenza dei rifiuti potrebbe infatti mettere a serio rischio la stagione turistica. E bruciano ancora i cassonetti: 70 gli interventi.
Due giorni per smaltire tutto Occorreranno almeno un paio di giorni, nonostante il piano straordinario avviato dall’Asia, per rimuovere le oltre 2.500 tonnellate di spazzatura accumulate in tutta la città di Napoli. Anche nel centro di Napoli - persino nell’area della cosiddetta "city2, a pochi passi da Palazzo San Giacomo, sede del Comune - la scorsa notte sono stati dalle fiamme alcuni cumuli di spazzatura che marcivano da giorni sotto il sole. I cittadini sono esasperati: a rendere più gravi i disagi è stato il repentino innalzamento delle temperature. Ma l’incendio di cassonetti causa danni pesantissimi a causa della combustione del materiale plastico. I fumi poi hanno reso per diverse ore l’aria irrespirabile. In via Bracco i sacchetti, depositati da giorni sui marciapiedi, hanno finito per invadere anche la sede stradale. In via Cervantes, davanti ad una sede dell’Inps, decine di sacchetti bruciati marciscono al sole. E l'ufficio oggi non ha aperto a causa dei roghi.
La cura Bassolino: più discariche Il presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, è intervenuto sull’emergenza rifiuti: "Bisogna aprire discariche sul territorio - ha detto - così come è indicato nel decreto legge approvato dal Senato in queste ore. E bisogna aprirle tutte, anzi io penso che bisognerà essere pronti ad andare anche oltre i siti indicati nel decreto legge perché noi dobbiamo avere tranquillità per uscire dall’emergenza e per costruire e completare il ciclo integrato. Non possiamo limitarci ad usare discariche per 15 o 20 giorni e poi siamo costretti ad aprirne altre, e basta che ci sia una sfasatura di poco tempo tra quella che chiude e quella che apre per andare di nuovo in difficoltà. Per questo ho chiesto ai presidenti delle cinque province di trovare nuovi siti. Abbiamo bisogno di discariche che abbiano più capacità, che durino non qualche settimana, ma mesi e mesi in ogni provincia, di modo da coprire il tempo tra oggi e l’entrata in funzione dei termo-valorizzatori. È solo in questo modo che costruiamo il futuro".
Questo è ciò che scrive la repubblica
NAPOLI - La notte, ancora una volta, è stata piena di roghi. Hanno incendiato i cassonetti da Ponticelli a Fuorigrotta, da un lato all'altro della città, con una foga sacrificale che non si conosceva da anni. Cassonetti sotterrati dall'immondizia accumulata per giorni si presentano ora deformi, con le bocche spalancate, tra i resti carbonizzati del festino notturno.Il centralino dei vigili del fuoco è andato in tilt, sommerso dalle chiamate. Chi chiede un intervento si mette in lista. Qualcuno provvede a spegnere le fiamme da sé, qualcuno esce di casa in piena notte con i figli, per paura del fumo. I vigili arrivano, quando arrivano, scortati dalla polizia. "Siamo di fronte a una forma nuova di disordine", dice da Roma il ministro Pisanu. E il vicepremier Fini: "La questione rifiuti in Campania ha superato i limiti della decenza". In serata il consiglio dei ministri prorogherà di un altro anno, fino al 2004, l'emergenza e varerà una superordinanza destinata a rafforzare il ruolo di Bassolino, presidente della Regione e commissario ad acta.
La città si interroga sui roghi. Chi appicca il fuoco, lo fa con metodo: file di cassonetti si trasformano in immensi falò, che sfiorano i primi piani delle case. Succede nei paesi, in periferia, ma anche in zone borghesi come Fuorigrotta, dove il presidente della circoscrizione chiede di chiudere le scuole, visto che molti incendi scoppiano presso gli istituti, costringendo i bambini a camminare tra i fumi tossici. Da Palazzo San Giacomo rispondono che, se la situazione non migliorerà, le scuole chiuderanno anche a Napoli. Chi sono i piromani? Solo gente esasperata? Possibile. O al soldo della camorra, come denuncia Bassolino? Probabile, perché alla fine si dovranno sostituire i cassonetti squagliati. Così nei paesi, vigili e polizia di notte viaggiano a fari spenti, nel tentativo di mettere le mani su chi appicca il fuoco. Ne hanno preso solo uno, a Pianura. E' un pensionato. Dice. "Non ne potevo più di quella puzza".La situazione è tale che il sindaco Rosa Russo Iervolino rivolge un appello ai napoletani: "Non c'è pericolo di infezione, e i roghi aggravano solo l'inquinamento dell'aria". Ma l'impazzimento è generale e ieri, mentre i consiglieri di An occupano la sala giunta sostenendo che "la città va pulita sempre", i disoccupati organizzati incendiano, in pieno giorno, i cassonetti sul lungomare, mentre un commando in Vespa costringe un camion a scaricare l'immondizia in via Chiatamone, nel cuore di Napoli, provocando tra l'altro un ingorgo che paralizza il traffico.Maggio dei monumenti, uno spettacolo surreale, con il circuito dei Decumani, su cui si affacciano decine di chiese, lambito dalla marea montante della spazzatura. Turisti con i fazzoletti premuti sul viso, esterrefatti e anche un po' divertiti ("La solita Napoli"), mentre a Santa Lucia, sede della Regione, si studiano strategie d'intervento su una vicenda senza uscita: nella notte la Procura di Nola ha sigillato il deposito di Terzigno, nel Parco del Vesuvio, dove il Commissariato straordinario per l'emergenza, in pieno affanno dopo settimane di crisi, aveva deciso di stoccare le balle di immondizia già trattata e destinata (quando ci sarà) all'inceneritore. Chiusa quella porta, Napoli riapre un sito temporaneo di stoccaggio, cioè una quasi-discarica, ma a tempo. E qua e là nei comuni dell'hinterland, che stanno anche peggio del capoluogo, si vedono camion di spazzatura, dice la gente, "partire pieni e tornare vuoti". Poiché sversatoi legali non ce ne sono più, l'immondizia sta trovando altre vie d'uscita. Anche nel parco del Vesuvio, tutelato dalla procura di Nola con quel suo provvedimento a sorpresa su Terzigno che manda in bestia Bassolino: "Si tratta di un atto ingiusto e illegittimo".La crisi è spaventosa soprattutto nell'area a nord di Napoli e nella fascia vesuviana. Grossi comuni hanno chiuso scuole, mercati, uffici. E' accaduto, per esempio, a Torre Annunziata dove il sindaco ha emesso l'ordinanza "per evitare epidemie", ma è stato costretto a mandare in forze vigili, Guardia di finanza e polizia per domare la protesta degli ambulanti. Città semideserte, perché la gente evita di uscire. Ieri, con le scuole chiuse e un caldo già quasi torrido, si incontravano ben pochi bambini per strada: topi, scarafaggi e paura delle malattie mortificano anche la voglia dei giochi.

giovedì 27 marzo 2008